Tutto il mondo occidentale è ancora scosso per quanto successo a Parigi la sera di venerdì 13 2015. Attentati simultanei che hanno gettato nel panico la capitale transalpina, cuore dell'Europa, simbolo della libertà, delle opportunità, dell'eleganza. Epicentro dell'arte, della moda, della trasgressione. Dove in tanti hanno trovato rifugio, una propria casa. Dove in tanti hanno potuto realizzare il proprio sogno.

Musulmani compresi. L'Isis non ha perso tempo nel diramare altre minacce. I prossimi obiettivi potrebbero così essere Londra, Washington e Roma. Ma nel nostro Paese a rischiare non sarebbe solo la Capitale. Stando a quanto riporta l'Italian Terrorism Infiltration Index 2015, ideato dall'Istituto Demoskopika, tutte le Regioni hanno un livello specifico di probabilità di essere colpite dal Terrorismo. Stilando così una specifica classifica del rischio, che riportiamo di seguito.

A rischiare di più è la Lombardia, ultima il Molise

La regione che rischia di più è la Lombardia, con il massimo punteggio: 10.

Per fortuna, l'Expo da poco conclusosi è andato nel migliore dei modi. Contrariamente a quanto si possa pensare – per la presenza del Vaticano e perché ingloba la Capitale italiana – il  Lazio è solo seconda con 6,48 punti. Dunque anche molto distante dalla regione lombarda. Conclude il podio l'Emilia Romagna, con 4,27 punti. Seguono il Piemonte (3,47 punti), il Veneto (2,67), la Toscana e la Campania che hanno totalizzato lo stesso punteggio: 2,40 punti. Molto più indietro, con un rischio bassissimo, troviamo: Trentino Alto Adige (1,75 punti), Liguria (1,64 punti), Calabria (1,08 punti), Marche (0,96 punti), Sardegna (0,87 punti), Friuli Venezia Giulia (0,81 punti), Puglia (0,63 punti), Sicilia (0,46 punti) e Umbria (0,45 punti).

Fanalino di coda - ma siamo certi che almeno per questa graduatoria non se la prenderanno – con un rischio pressoché nullo troviamo Abruzzo, Basilicata e infine Molise. Le quali hanno totalizzato un punteggio prossimo allo zero.

I dati preoccupanti

Nel rapporto si leggono dati inquietanti che ci riguardano. Come il fatto che negli ultimi dieci anni sono state sventate quasi un centinaio di cellule che stavano organizzando attentati; così come vi sono state oltre settemila intercettazioni autorizzate per indagini di terrorismo interno e internazionale. Inoltre, le vittime italiane sparse per il Mondo sono già 179, tra civili e militari impegnati in operazioni militari. Dunque, una strage nei nostri confronti si è nei fatti già consumata. E speriamo vivamente che i numeri si fermino lì.