Colpo di scena nel caso di Yara Gambirasio, la ragazzina morta cinque anni fa in circostanze ancora misteriose. Durante la sedicesima udienza per l'omicidio di Yaraè emerso un dettaglio che potrebbe condurre finalmente alla svolta di questo difficilissimo caso. In aula, infatti, siè parlato del Dna di una misteriosa donna, rinvenuto in un capello trovato sul giubbotto di Yara Gambirasio. Il nome della donnaè Rosita Brena: curiosamente, ha lo stesso cognome di Silvia Brena, la maestra della quale siè parlato a lungo negli ultimi giorni, dato cheè stato ritrovato il suo Dna sul giubbotto di Yara.

Al momento, però, non abbiamo nessuna notizia su Rosita Brena; non sappiamo se le due donne siano parenti o meno, non sappiamo da dove provenga e se abbia conosciuto Yara Gambirasio.

Chiè Rosita Brena?

La notiziaè stata riportata da "Oggi", settimanale che si sta occupando a lungo del caso della tredicenne ginnasta. Giangavino Sulas, il giornalista che sta seguendo tutti gli sviluppi del processo a Massimo Bossetti, ha rivelato che il colpo di scenaè avvenuto durante il controesame di Carlo Previderè, il genetista che ha l'incarico di analizzare le tracce pilifere sul cadavere della vittima. Previderè ha affermato di avere confrontato i Dna di cinquecentotrentadue donne con quelli rinvenuti nelle tracce pilifere sul corpo di Yara Gambirasio: dalle analisiè emerso che il Dna del capello trovato vicino al giubbotto della vittima era lo stesso di una di quelle donne.

Si tratta di un dettaglio che potrebbe notevolmente alleggerire la posizione dell'imputato Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello accusato dalla Procura di Bergamo di avere assassinato la povera ginnasta. Considerando il fatto che il suo capello era incastrato tra il terreno e il giubbotto di Yara, Rosita Brena potrebbe essere stata presenta nel momento dell'uccisione di Yara Gambirasio.

Ma chiè questa donna? Quali rapporti aveva con la vittima? E perchè il suo nomeè spuntato solo ora? Quesa scoperta porterà finalmente alla verità sul caso? Occorre attendere ancora per rispondere a queste domande.