Qualche tempo fa i Carabinieri avevano sequestrato circa un centinaio di telefoni cellulari che gli servivano a votare per la figlia che aveva partecipato a uno show televisivo, una di quelle trasmissioni per giovani talenti in cerca di successo mediatico. Così il nome di Domenico Ferrara, detto Mimì ‘o muccuso, era finito alla ribalta mediatica, ma di lui non si era però trovata alcuna traccia. Domenico Ferrara è considerato un uomo di grande spicco della camorra, aveva creato un vero e proprio clan finalizzato a gestire affari loschi riconducibili alla criminalità organizzata.

Nella serata di ieri, giovedì 18 febbraio, le forze dell’ordine hanno deciso di affondare il colpo decisivo al clan, andando a colpire i vertici dello stesso, un piano curato nei minimi particolari. La direzione distrettuale antimafia di Napoli ha impiegato circa 150 militari del comando provinciale per l’assalto definitivo al clan Ferrara. A Villaricca i carabinieri hanno circondato la roccaforte dei Ferrara, chiudendo le vie di fuga e, successivamente, hanno affondato il colpo andando a scovare il boss rinchiuso nel suo bunker nel parco "mondo nuovo". Alla fine Mimì ‘o muccuso è finito in manette, il boss dei cento telefoni non ha avuto scampo ed ha dovuto arrendersi alle forze dell’ordine che hanno proceduto all’arresto.

In manette anche due luogotenenti

In manette sono finiti anche i luogotenenti di Domenico Ferrara, Vittorio Amato e Rocco Ruocco, insieme ad almeno altre quattro persone appartenenti al clan. Per il boss l’accusa è di estorsione aggravata da metodo mafioso, ma pare che Ferrara fosse al centro di una serie di intrighi legati alla camorra.

Per la direzione distrettuale antimafia di Napoli, ma anche per tutto il paese, la cattura del boss Domenico Ferrara è motivo di grande orgoglio e soddisfazione. I militari davano la caccia a Ferrara da diverso tempo e, quando vennero trovati i telefonini presi dal boss per votare la figlia, si era aperto anche un lume di speranza per la sua cattura.