Cronaca Milano-È accusato, insieme ad altre 20 persone, di associazione per delinquere, truffa e turbativa d’asta. Così per il consigliere regionale della Lega Nord, Fabio Rizzi, si sono aperte le porte del carcere. L’arresto è stato eseguito dalle forze dell’ordine nell’ambito dell’operazione denominata “Smile” nata per far luce su una serie di presunti appalti truccati in Aziende Ospedaliere e riguardanti la gestione di alcuni servizi odontoiatrici. Fabio Rizzi, fino ad oggi, ha ricoperto il ruolo di presidente della commissione della Sanità ed è stato pioniere della riforma del settore sanità in Lombardia.

Tra gli arrestati anche la moglie di Rizzi alla quale, però, sono stati concessi i domiciliari. Peggio è andata all’imprenditore Mario Valentino Longo, considerato molto vicino al consigliere regionale della Lega Nord. L’inchiesta scaturita con gli arresti effettuati all’alba di oggi, rappresentano un’altra tegola, bella grossa, per il Carroccio, che in queste ultime settimane ha già dovuto affrontare l’impatto mediatico del processo al figlio dell’ ex leader, Riccardo Bossi, indagato per appropriazione indebita inerente le spese affrontate con i soldi destinati al partito. Riguardo la vicenda del primogenito di casa Bossi, a destare l’attenzione degli inquirenti è stata una cartelletta con su scritto “The Family” e all’interno della quale sarebbero nascosti segreti imbarazzanti su alcune spese pazze effettuate da Riccardo Bossi.

Un assessore ombra

Gli arresti di oggi, 16 Febbraio 2016, portano alla luce un sistema di corruzione radicato nell’ambito della sanità. Un sistema che, secondo gli inquirenti, girava attorno a Rizzi il quale, dopo l’arresto di Mantovani, agiva alla stregua di un assessore all’interno dei palazzi della Regione. Un giro di mazzette, di truffe, turbativa d’asta, gestito da un gruppo di imprenditori che al’interno delle istituzioni avrebbero avuto un riferimento ben preciso.

Fabio Rizzi, esponente di rilievo della Lega Nord e molto vicino al presidente della Regione Roberto Maroni.

In queste ore a Milano sono incorso perquisizioni sia a casa del consigliere regionale che negli uffici della regione, si tratta di una inchiesta che ancora potrebbe allargarsi e potrebbe coinvolgere anche altri esponenti politici.