I tecnici italiani della Bonatti: Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, rapiti da gruppi criminali Libici nel luglio 2015 insieme ad altri due colleghi si sono liberati facendo affidamento sulle proprie forze.

Purtroppo a differenza loro, gli altri due italiani, rispettivamente Salvatore Failla e Fausto Piano ,sono stati uccisi:la Farnesina conferma che le due salme non arriveranno in Italia prima di martedì sera.

Le testimonianze dei due tecnici italiani

Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, dopo quasi otto mesi di prigionia in Libia, sono riusciti a trovare la via della libertà.

I due colleghi raccontano al Pm di essere rimasti soli e senza cibo nel covo dei rapitori per due giorni, appena hanno avuto l'opportunità di fuggire non ci hanno pensato su due volte a sfondare la porta della cella dove erano rinchiusi dopo averla forzata con un chiodo. I due tecnici italiani raccontano inoltre di aver saputo della morte degli altri due colleghi solo dopo essere arrivati a Roma. I 4 avevano condiviso la detenzione a Sabrata fino a mercoledì scorso, successivamente Gino Pollicardo e Filippo Calcagno non hanno più avuto notizie di Salvatore Failla e Fausto Piano. I due raccontano inoltre di avere cambiato diversi covi di prigionia nei quasi otto mesi di inferno. Al Pm hanno ribadito le violenze subite, sia dal punto di vista fisico, che dal punto di vista psicologico.

Filippo Calcagno e Gino Pollicardo nelle interviste hanno mostrato rispetto, recando le condoglianze alle famiglie dei due signori morti. Calcagno racconta che l'esperienza gli ha fatto capire quante cose si possano fare con un semplice chiodo, elemento indispensabile per la fuga dei due. Pollicardo ha definito i rapitori "criminali" non legati all'ISIS in quanto alla richiesta dei prigionieri di non essere venduti al gruppo estremista la risposta dei criminali è stata chiara: "Non vendiamo le persone a chi uccide". Risposta che senza dubbio fa sorgere alcune domande: perché hanno perso la vita i due italiani Salvatore Failla e Fausto Piano?