Il volontario dell’organizzazione umanitaria israeliana B’Tselem, che aveva filmato lo scorso 24 marzol’uccisione di un uomo palestinese inerme a terra, è minacciato di morte. Lo sostiene il direttore dell’organizzazione Hagai El-Ad, che ha inviato una preoccupata lettera al Comando Centrale delle Forze di Difesa Israeliane e al Capo della Polizia. Nella lettera si chiede se i comandi delle forze armate e della polizia siano al corrente del pericolo a cui sono esposti Imad Abu Shamsiyeh e la sua famiglia, e se si sta facendo tutto il possibile per proteggerli da eventuali attacchi.

Da quando il filmato è stato realizzato, il volontario e i suoi familiari sono stati oggetto di minacce di morte, sono stati scagliati sassi contro la loro abitazione, e su Facebook sono apparsi numerosi post carichi di odio, soprattutto da parte dei coloni di Hebron.

Il volontario autore del video non era lì per una coincidenza

Che il volontario possa essere minacciato, lo si capisce anche da quanto sostenuto daItamar Ben-Gvir e Bentzi Gopstein, coloni israeliani di estrema destra che hanno sporto denuncia contro Imad Abu Shamsiyeh. Secondo i due coloni non sarebbe una coincidenza la presenza del volontario di B’Tselem nel momento dell’attacco dei palestinesi. Stando alla loro versione, il volontario avrebbe previsto quanto accaduto e pianificato la ripresa del video.

Omicidio non premeditato

Nel frattempo, il soldato che ha ucciso a sangue freddo con un colpo alla testa l’uomo palestinese è stato rilasciato. L’accusa non è di omicidio volontario,ma colposo, che nel diritto penale israeliano significa omicidio intenzionale ma non premeditato. La decisione dell’Alta Corte militare è arrivata dopo che il comandante del plotone presente sul posto ha dichiarato che il soldato che ha sparato aveva ragione di temere che il ferito palestinese a terra, seppur immobilizzato, potesse indossare dell’esplosivo.

Il giudice ha ritenuto che anche i comportamenti dell’accusato successivi al delitto, come darsi il cinque con i commilitoni o cambiare più volte la propria versione sull’accaduto, non provino che abbia sparato per vendetta, ma che anzi dimostrino lo sconvolgimento del ragazzo per quanto avvenuto.