In tempo di profonde ristrettezze economiche – si sa – è necessario far di necessità virtù, tuttavia i Comuni italiani si è andati ben oltre il proverbio ed molti Comuni italiani sono costretti a raschiare il fondo del barile,Spesso, gli enti locali fanno cassa attraverso le multe pagate dagli automobilisti, tanto da diventare una vera e propria voce del bilancio comunale.

Così nelle nostre città troviamo sempre di più zone predisposte al parcheggio sulle strisce blu.Un incubo per chi deve trovare un parcheggio, costretto a girare per ore prima di trovare un posto libero.Proprio in questa materia è arrivata la sentenza della Corte di Cassazione: la Suprema Corte ha sottolineato un concetto davvero molto importante.

La sentenza nel merito

Con la sentenza numero 8280 del 27 aprile la Cassazione ha spiegato che le multe per le auto in sosta sulle strisce blu sono nulle quando:

  • nelle vicinanze non sono presenti parcheggi con strisca bianca, dove è possibile parcheggiare senza pagare.

In alternativa, per giustificare la presenza delle sole strisce blu, il Comune con opportuna ordinanza, dovrà dimostrare che:

  • la zona incriminata è soggetta ad un trattamento particolare, poiché rientra in un'area di grande valore storico e di particolare interesse ambientale.

Quindi, gli ausiliari del traffico dovranno prestare la massima attenzione prima di fare delle multe.

Come tutelarsi

Spetterà all'automobilista dimostrare che nelle vicinanze della strada in cui ha parcheggiato non vi era alcuna zona in cui era possibile sostare gratuitamenteIl ricorso potrà essere presentato davanti al Giudice di Pace, con tanto di prove fotografiche della zona incriminata.Una sentenza che si spera possa essere un buon deterrente per i Comuni, che visti i continui tagli da parte del Governo centrale sono costretti a fare cassa attraverso altri strumenti.

Negli ultimi venti anni, nonostante promesse opposte da parte dei partiti politici, la libertà di azione dei Comuni è notevolmente diminuita.Come troppo spesso accade in Italia, a pagare le spese di scelte politiche poco lungimiranti sono i cittadini.