Fino a questo momento, nessuno aveva parlato – o aveva voluto parlare – per fare chiarezza sulla morte della piccola Fortuna, detta Chicca, scaraventata da un palazzo di otto piani e morta sul colpo. I grandi di quel palazzo di Caivano non hanno mai parlato, lasciando che rimanesse un grande punto interrogativo su quanto successo a Chicca il 24 giugno di due anni fa, dopo essere uscita dalla casa dell’amichetta per cambiarsi le scarpe.

L’unica a parlare è proprio lei, l’amica, che oggi, a 11 anni compiuti, ha deciso di parlare per puntare il dito contro il patrigno orco, ovvero il compagno della madre che avrebbe non solo tentato di abusare di Chicca, ma anche di lei, che solo poco tempo prima aveva perso il fratello Antonio Giglio, in misteriose circostanze analoghe.

Cos’è successo e cosa succede al Parco Verde? Nessuno sembrava avere voglia di capirlo. Nessuno, lì dentro, sembrava avere voglia di fare giustizia, una volta per tutte. E poi ha parlato lei, l’amica di Chicca, puntando per l’ennesima volta il dito contro Raimondo Caputo, l’uomo che avrebbe tentato di abusare di Chicca e che, di fronte a no, l’avrebbe gettata dall’ottavo piano del palazzo.

‘Non sono un mostro’

Dal carcere di Poggioreale, però, Caputo si difende, sostenendo di non aver mai tentato di abusare della piccola né di averla mai gettata nel vuoto, dopo il fallito tentativo di stupro. Questa la sua posizione, confermata anche dinanzi al gip, che ieri lo ha ascoltato per l’interrogatorio di garanzia.

Caputo, tra le altre cose, si trovava già in carcere per aver commesso violenza nei confronti dei figli della compagna, altre accuse che ha sempre respinto, sostenendo di essere ‘un buon padre’ e di non aver mai fatto niente di male, men che meno tentare di violentare o uccidere delle bambine.

Eppure la bambina è sicura di averlo visto, Caputo, mentre stava sopra a Chicca.

La bambina scalciava e lui, parole della piccola testimone, “la violentava”. “Ho sentito il suo urlo”, avrebbe aggiunto la ragazzina. Intanto, per il reato di false dichiarazioni rese all’autorità giudiziaria, sarebbero indagate anche due vicine dei Raimondi.

Nella casa famiglia

La piccola testimone non vive più con la madre, a sua volta allontanata dalla figlia poiché accusata di violenza sessuale in concorso.

La donna vivrebbe ancora a Caivano, in una casa dove sta scontando gli arresti domiciliari. Ieri, dopo la notizia dell’arresto di Caputo, qualcuno si sarebbe recato davanti a quella casa per lanciarvi contro una molotov.

“Quei due devono marcire in carcere”: non usa mezzi termini, la madre della piccola Fortuna. Lei non c’è più e oggi, se abbiamo qualche certezza in più, è soltanto grazie alla piccola testimone, che ha detto addio al Parco Verde di Caivano e ora vive insieme alle sorelline in una casa famiglia. Nessuno, dei vicini, ha mai osato fare un passo avanti. Nessuno ha mai osato dire niente. Nessuno, nemmeno la persona che avrebbe raccolto una delle scarpe perse da Chicca durante il volo di ben otto piani che le è stato fatale.