Le vite umane salvate ogni giorno da dispositivi di sicurezza attivi e passivi installati sulle nostre auto, ormai non si contano più. Airbag, assistenza alla frenata, sistemi anti sbandata, radar e videocamere che aiutano a rallentare e tenere la corsia di marcia. Strumenti sofisticati, ultra collaudati e perfezionati ma estremamente pericolosi in caso di avaria.

Il 31 marzo 2016 sarà ricordato come il giorno in cui la giovanissima Huma Anif, diciassettenne texana di Richmond, è diventata l'undicesima vittima dell'esplosione di un airbag difettoso.

Difficile da credere, ma uno dei più efficaci dispositivi di sicurezza passiva installato sulle autovetture moderne è il responsabile delle gravi lesioni arrecate sino ad oggi a undici persone tra Stati Uniti e Malesia. Il dispositivo realizzato dalla Takata Corporation, faceva parte di uno dei lotti oggetto di richiamo già dal 2011.

Un banale tamponamento

Alcuni testimoni hanno riferito di un tamponamento a bassa velocità, di quelli che si risolvono spesso con uno spavento e lievi danni alle vetture, ed infatti ad un primo sguardo l'Honda Civic del 2002 della giovane Huma presentava una ammaccatura alla parte anteriore e gli airbag ormai sgonfi dopo l'attivazione. Questa tragica storia vede come altri protagonisti, loro malgrado, Oscar e Rudy due passanti tra i primi ad intervenire.

I due non appena avvicinatisi all'auto sono passati da testimoni di un semplice sinistro ad impotenti soccorritori di una teenager ormai priva di sensi a causa di una profonda ferita al collo. A nulla sono valsi i tentativi di arresto dell'emorragia e le manovre di rianimazione.

Il difetto mortale

Tecnici esperti nel settore hanno verificato che un lotto di airbag prodotti dalla Takata Corporation ed installati su oltre 20 milioni di autoveicoli, se sottoposti a determinate condizioni di alta temperatura ed umidità, subiscono alterazioni della carica esplosiva che determinano una deflagrazione incontrollata, tale da proiettare frammenti del meccanismo dell'airbag in tutto l'abitacolo.

Solo il 27% delle auto richiamate dal 2015 è stato sottoposto alla sostituzione del particolare difettoso, e l'Honda Civic di Huma non faceva parte delle autovetture riparate, nonostante i sei richiami inoltrati dalla casa madre al proprietario sin dal 2011. La famiglia della vittima afferma di non aver mai avuto notizia della campagna di richiamo che includeva, tra le altre, anche la loro auto.

Nonostante tutto, l'Honda Civic resta una delle vetture più sicure ed affidabili in circolazione, tanto che la casa nipponica ha investito negli anni enormi risorse per vari restyling e miglioramenti del progetto iniziale.

Cosa fanno le case automobilistiche?

Honda si è adoperata per diffondere la notizia della campagna di richiamo tramite social media ed altri canali. La casa automobilistica riferisce che i ricambi sono disponibili immediatamente. Anche General Motors si è impegnata in un massiccio richiamo di auto negli Stati Uniti ed in Canada, così come Audi, Ford, BMW, Volkswagen, Mazda e Mercedes-Benz. La più grande campagna di richiamo della storia è solo l'ennesimo duro colpo all'industria automobilistica che negli ultimi anni cominciava a registrare lievi segni di ripresa.