Gelosia, morbosità, senso di possesso, impossibilità di accettare la fine di un rapporto malato che la giovane Sara aveva avuto il coraggio e la forza di troncare, ignara che quella decisione le sarebbe stata fatale, costandole addirittura la vita. Dopo un interrogatorio durato ben otto ore, durante il quale Vincenzo Paduano, l’ex fidanzato di Sara Di Pietrantonio, accusato di omicidio volontario premeditato aggravato anche da stalking, ha provato a negare le proprie responsabilità, sono finalmente emerse le motivazioni di quello che, anche agli occhi degli inquirenti, è apparso fin da subito come un omicidio shock, un delitto che la squadra mobile di Roma ha definito “atroce”.

L’uomo ha ammesso, in lacrime, di non riuscire ad accettare che la sua ex ragazza frequentasse un altro e che la loro storia fosse finita, per questo, la scorsa domenica, all’alba, ha deciso di seguirla e darle fuoco. La procura della Capitale ha richiesto al Gip la convalida del fermo per Vincenzo Paduano, mentre il pm Maria Gabriella Fazi ha sollecitato anche l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario premeditato e stalking. Nella giornata di domani, al massimo venerdì prossimo, si terrà l’interrogatorio di garanzia dell'indagato.

Testimonianza delle amiche, Vincenzo Paduano era già stato violento con Sara

L’assassinio è stato l’atto finale di una relazione travagliata ed altalenante durata circa due anni; a far luce sulla natura violenta ed incontrollabile di Vincenzo Paduano, alcune amiche di Sara che hanno riferito un episodio chiave circa una lite che i due fidanzati avrebbero avuto all’epoca del loro fidanzamento: pare che la vittima fosse rimasta molto sconcertata ed impaurita dal comportamento aggressivo dell’uomo, ma che avesse deciso di non sporgere denuncia per non metterlo nei guai con la giustizia.

Sabato notte, la giovane ha urlato aiuto con tutte le proprie forze mentre il suo ex la cospargeva di benzina e le dava fuoco, ma nessuno ha accolto il suo disperato bisogno di soccorso, le auto che sono passate in quella zona periferica di Roma, hanno proseguito il proprio cammino, condannandola ad una morte atroce ed insensata.