Il Premier Matteo Renzi afferma che bisogna salvare quante più vite possibile e trova meschino che si parli d’invasione. Peccato che dal Viminale arrivano i primi dati, e gli sbarchi attuali sono superiori del 4% circa rispetto allo stesso periodo del 2015. La maggior parte dei migranti arrivano dalla Libia, ma si sta intensificando anche la rotta egiziana. Il sottosegretario Domenico Manzione parla di duemila sbarchi al giorno, fermo restando che sono numeri destinati a crescere con l’arrivo dell’estate. I migranti, vengono diversamente allocati: una parte in strutture temporanee, altri negli Sprar che si occupano dei richiedenti asilo, altri ancora nei centri di prima accoglienza e nei quattro hotspot.

Dal momento che regioni come la Lombardia, il Veneto e la Sicilia sono già sature, è stata emessa una circolare dal Ministero degli Interni perché ogni provincia accolga almeno settanta profughi a testa. E’ chiaro che servono immobili e dal momento che le Province sono in liquidazione, niente di più facile che le strutture siano adibite a centri per l’ospitalità di profughi e migranti. Si è parlato anche di adibire all’uso terreni e strutture confiscati alle mafie. Questa decisione la dice lunga in quanto, trattandosi di un vero business, diventa decisamente più facile per la criminalità organizzata ritornare di nuovo padrona di quanto gli era stato portato via.

Crotone punta sugli Sprar

La Calabria e Crotone soprattutto hanno trovato il modo di uscire dalla crisi grazie ai finanziamenti degli Sprar, che consentono di usufruire di congrue cifre e convertire immobili e capannoni dell’area industriale tra il Papaniciaro e Passovecchio in foresteria.

E’ l’affare del secolo. I migranti fruttano quarantacinque euro al giorno, e più se ne ospitano più i guadagni crescono, con zero controlli, data l’emergenza. E’ successo, infatti, che la Prociv-Arci di Isola Capo Rizzuto abbia gestito abusivamente per tre anni un centro di seconda accoglienza, proprio in un immobile ricadente nell’area industriale, e che sta provocando non pochi mugugni fra i soci che non ci pensano nemmeno di convertire la loro attività nell’industria dell’accoglienza.

La situazione non prevede nulla di buono, soprattutto adesso che il Cara è stato trasformato in Hub regionale e che la Capitaneria di Porto sta sfrattando il distaccamento dei vigili del fuoco per adibire i locali in Ufficio immigrazione della Questura. Gestire l’emergenza, quando l’unica rotta raggiungibile dai migranti è quella italiana tramite la via del mare, senza dei programmi e senza sapere come muoversi, genera confusione.

Tutto quanto sta succedendo è un crimine contro l’umanità a causa di una finanza che andrebbe processata da un tribunale internazionale. Da una parte la povertà che costringe un ingente numero di uomini e donne a fuggire, dall’altra le guerre che portano da noi chi cerca la salvezza, in mezzo la povertà di quanti hanno perso un posto di lavoro e si ritrovano all’improvviso per strada. Una situazione da incubo.

Allestire un hotspot galleggiante

Per il momento gli sbarchi crescono di giorno in giorno e l’ultima novità è allestire un centro dell’accoglienza in mare, per procedere alla prima identificazione. Non si sa se e con quali mezzi ciò avverrà, ma soprattutto se funzionerà, anche perché l’Europa monitora la situazione per capire se possa essere davvero efficiente.Sarebbe il caso, come dice Papa Francesco, trasformare il Vaticano in rifugio per migranti, considerata l’emergenza e, su quanto il Pontefice dice, abbattendo anche il muro che circonda S.

Pietro? Il capitalismo rischia di distruggere l’esistenza di grandi masse di persone mantenendo nelle sue mani ogni tipo di privilegio. Forse non a caso queste guerre, che stanno minando la sopravvivenza di molti popoli, rischiano di distruggere lo stesso ambiente sottoposto alla mercé di tante termiti che divorano quanto trovano. L’unico valore da difendere è la vita, un bene che non ha prezzo.