Quarantaquattro udienze; 11 mesi di lavoro ed attesa; la partecipazione di sei giudici popolari e due togati; 70 persone presenti in Aula tra pubblico e giornalisti; un solo imputato, Massimo Giuseppe Bossetti (45 anni). L'uomo è stato accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio (13 anni al momento della morte) la giovane ginnasta uccisa presso il campo di Chignolo d'Isola la sera 26 Novembre 2010. In via Borfuro, dove è sito il Tribunale di Bergamo, i giornalisti sono arrivati a decine, addirittura dall'estero. Ogni udienza per il processo a Bossetti è stata fissata alle 9:30 del mattino, salvo poi iniziare con la canonica mezz'ora di ritardo.

Domani 1 Luglio 2016, sarà emessa per Bossetti la sentenza di primo grado: colpevole o innocente.

Un processo mediatico

Nell'ultima puntata del noto programma mediaset Quarto Grado del 24 Giugno, è stato reso noto il "dietro le quinte" del processo a Massimo Giuseppe Bossetti, unico imputato per l'omicidio della giovane Yara Gambirasio. Presente anche Laura, la sorella dell'imputato, la quale ha dichiarato di essere stata presente a tutte le udienze. La parte inedita del processo, oramai terminato, che aspetta solo il verdetto finale previsto per domani 1 Luglio. La parte inedita del processo si è detto, quella dei giornalisti e delle persone che hanno presenziatodinanzi al Tribunale fin dall'alba, per garantirsi un posto all'interno dell'Aula.

Come dimenticarsi poi, di coloro che hanno portato la vicenda della piccola Yara da Bergamo in tutto il mondo? Stiamo parlando delle emittenti nazionali, della BBC e delle TV tedesche.

Massima sicurezza dentro e fuori dall'Aula

A vigilare sul processo ci sono stati agenti della Digos, della polizia penitenziaria e, soprattutto, il servizio d'ordine delle guardie giurate del Tribunale.

Sono stati in molti a garantire il rispetto dei divieti disposti dalla Corte: niente foto, video o registrazioni. I giornalisti, per entrare nella zona sterile, hanno dovuto passare ogni volta sotto ben due metal detector, con tanto di perquisizione degli zaini e sequestro dei cellulari. Nell'Aula non è stato tollerato il minimo brusio, non per niente il presidente della Corte Antonella Bertoja ha cacciato più di una volta il pubblico e i giornalisti per tale motivo. Per aggiornamenti su questo ed altri casi di cronaca, cliccate Segui in alto a destra dell'articolo.