L'ex comandante della Costa Concordia, condannato in primo grado a 16 anni per il naufragio ed i comportamenti ad esso connessi, ha scelto la sua città, Meta di Sorrento, per la presentazione in anteprima del libro "Verità sommerse", che ha scritto insieme alla giornalista Vittoriana Abbate, per raccontare la sua versione dei fatti. L'evento è stato molto partecipato, e Schettino è stato trattato come un Vip, tra scroscianti applausi, selfie e la richiesta di autografi.

Le verità di Schettino

Schettino nel libro ricostruisce, "con il mio racconto e con gli atti del processo", la notte maledetta del 13 gennaio 2012, quando, al comando della Costa Concordia, andò a sbatterecontro lo scoglio delle Scole, posto a poche decine di metri dal porto dell'Isola del Giglio, provocando il naufragio, nel giro di poche ore, ma anche le vicende processuali di questi anni, che hanno portato, nel febbraio 2015, alla sua condanna a 16 anni di reclusione.

Oltre 600 pagine di racconti

Il libro di Schettino è un "mattone" di 600 pagine, ci sono le voci della scatola nera, le testimonianze rilasciate in Tribunale da numerosi passeggeri e membri dell'equipaggio, e persino intercettazioni ambientali ritenute inedite, e quelle che lui e la sua difesa considerano le "sviste" nelle indagini. "In questo libro ho scritto le mie riflessioni e le mie valutazioni, e gli aspetti emotivi che le hanno caratterizzate. Cose fin ora mai raccontate", chiosa Schettino, che prosegue sostenendo che il libro fornisce risposte a tanti interrogativi rimasti senza risposta. Infine, afferma di dedicarlo a chi, la tragica notte del naufragio, ha perso qualcuno di importante: "a loro più che a chiunque altro, è dovuta la verità", conclude.

Accese polemiche sui social

Quando la notizia della "presentazione Vip" di Schettino, tra foto e applausi, è arrivata sui social, la notizia è stata accolta da un tripudio di commenti indignati, di tutti i tipi. In molti ritengono che le sortite del comandante manchino di rispetto alle vittime, e vorrebbero vederlo in cella. Ma i tempi della giustizia italiana, è noto, sono tutt'altro che celeri.