Chi l’avrebbe mai detto di dover raccontare di un ennesimo attacco terroristico verificatosi a Rouen? Alle 9:45 questa mattina, durante la celebrazione della messa, in una chiesetta a Saint Etienne du Rouvray nell’Alta Normandia, due uomini armati di coltello sono entrati dalla parte posteriore tenendo in ostaggio il parroco ed alcuni fedeli. L’azione della polizia e delle forze speciali è stata attuata prontamente circondando l’edificio. L’azione è scattata quando gli assalitori sono usciti fuori e sono stati prontamente neutralizzati. Il bilancio parla di due morti sgozzati,il parroco e uno dei fedeli che assistevano alla funzione; un'altra persona è ferita gravemente, come hanno riferito fonti del Ministero dell’Interno Francese.

Da testimonianze reperite, i terroristi pare abbiano gridato “Daesh” prima di agire. Il parroco della piccola chiesetta aveva ottantasei anni. Si chiamava Jacques Hamel ed aveva preso i voti nel 1958. Sul luogo dell’attentato si stanno recando il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve ed il presidente della Repubblica Francois Hollande, nato a pochi chilometri di distanza da dove è successo l’attentato.

Non si conosce l'identikit degli assalitori

Per come si sono svolti i fatti, le forze dell’antiterrorismo vogliono verificare se nella chiesa siano stati posizionati ordigni, considerato che i due terroristi sono usciti spontaneamente dall’edificio. Finora non si era mai verificato che ad essere prese di mira fossero le Chiese.

Se i cattolici pensavano di essere immuni da tanta barbarie, oggi devono fare i conti con un terrorismo che non risparmia i luoghi di culto. L’episodio ha suscitato grande commozione negli ambienti ecclesiastici che, in questi giorni, sono alle prese con l’appuntamento delle Giornate della Gioventù che si stanno svolgendo a Cracovia, dove i giovani sono accorsi numerosi per poter incontrare domani, 27 luglio, il Papa.

Nei commenti a caldo è stato ribadito ancora una volta quanto osservato anche dalla gente comune. Attualmente la Francia è molto più esposta rispetto al resto d’Europa per la folta presenza di comunità musulmane di seconda e terza generazione. Giovani che tempo addietro avevano protestato violentemente nelle banlieue contro l’emarginazione sociale e che attualmente contestano i valori della Francia e dell’intero occidente, e su cui trova terreno facile la propaganda Jihadista.

Una propaganda divenuta virale e che produce azioni criminali, attuate in luoghi che mai ci saremmo aspettati. D’altronde questa gente è così determinata che, quando sente il fiato sul collo, si organizza colpendo i simboli dell’Occidente. Rispondono ad una sollecitazione fatta ad aprile dal portavoce del Califfato: colpire con ogni mezzo gli infedeli per fare quante più vittime possibili. Intanto è stata attivata la prefettura antiterrorismo per conoscere l’identikit dei killer.

Da Europol notizie allarmanti

Una cosa è certa: il terrorismo diventa sempre più capillare e, se per le forze di Polizia è più facile schedare ed indagare soggetti che usano armi e sono più conosciuti, difficile è indagare su individui nati e cresciuti in Francia, figli d’immigrati di seconda e terza generazione che conducono una vita normale e navigano sott’acqua come gli squali.

Notizie poco confortanti arrivano anche da Europol, che parla di 1500 potenziali terroristi rientrati in Europa con regolare passaporto,per cui diventa sempre più difficile avere una schedatura su chi potrebbe agire in qualsiasi momento. L’Europa ed il mondo non sono al sicuro. Siamo tutti esposti e tutti potenziali vittime.