Firmato ieri a Firenze l'accordo tra la Regione Toscana e la Prefettura. L'intesa da il via libera all'accoglienza dei richiedenti asilo presso le abitazioni delle famiglie toscane. Da oggi è stato attivato un numero di telefono a disposizione delle famiglie prontead ospitare i richiedenti protezione internazionale. Per chi fosse interessato basterà chiamare lo 0554383030, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12.

Il modello di accoglienza diffusa

Il progetto, già proposto l'anno precedente dalla Regione, ha riscosso molto successo: circa 600 le persone interessate, la maggior parte pensionati, ma anche famiglie senza e con figli e coppie giovani.

Le informazioni da fornire per poter ospitare i migranti riguardano la tipologia di casa dove sarà accolto il richiedente o i richiedenti, previsti un massimo di due per famiglia, la situazione familiare nonché le informazioni sulla professione svoltae sulla conoscenza delle lingue.In seguito la famiglia, se l'Asl avrà valutato adeguata la sistemazione, potrà contattare un gestore, nello specifico un'associazione o una cooperativa. Le famiglie firmeranno un patto di solidarietà con il gestore e il gestore un contratto con la prefettura. Le famiglie dovranno occuparsi dell'alloggio, comprese pulizia ebiancheria e del vitto, dalla colazione alla cena;ai gestori compete occuparsi degliaspetti burocratici e dei corsi di lingua.

Il contributo economico per la famiglia e il gestore

Il contributo giornaliero previsto per l'ospitalità di ogni richiedente è di 35 euro al giorno, di cui 19 al gestore e 16 alla famiglia. La famiglia potrà percepire quindi fino a 480 euro al mese; questa somma non sarà tassata perché ricevuta come rimborso spese.

Il gestore dovrà fornire al migrante 2 euro e cinquanta al giorno, sottraendoli ai 19 euro, per le spese personali.

Le finalità del progetto

Per l'assessore all'immigrazione della Regione Toscana Bugli, questo progetto di accoglienza diffusa consentirà una reciproca conoscenza e una reale integrazione del richiedente nel territorio e nella comunità. Il migrante per poter essere accolto in casa dovrà comunque aver vissuto in Italia almeno sei mesi e aver tenuto un comportamento corretto.