All'indomani dell'attacco terroristico all'interno di una chiesa, a Saint Etienne du Rouvray, nell'alta Normandia, emergono i particolari e, almeno in parte, le identità dei due terroristi. Due giovani, nati a Rouen, figli di immigrati musulmani, residenti a pochi passi dalla casa di Dio, nella quale hanno saziato col sangue di un sacerdote la loro sete di popolarità.

Ciò che lascia annichiliti è l'efferatezza del gesto e la voglia di dissacrare un luogo di culto della cristianità, ma il progetto sembra che fosse già da tempo nella mente di Adel Kermiche, ideatore e protagonista dell'attacco.

E così i due giovanissimi assassini hanno siglato, con la loro azione, l'apoteosi della barbarie di matrice islamica, scagliandosi contro un uomo di circa 86 anni, inerme e nell'esercizio delle sue funzioni. Inutili i tentativi di difesa dell'anziano.

La macabra scena dell'uccisione del sacerdote e del ferimento di uno dei fedeli presenti alla Messa, é stata descritta da una suora, miracolosamente sfuggita all'aggressione. Agghiaccianti i dettagli. Le modalità esecutive dell'attacco sono sempre le stesse e ripropongono il copione della propaganda jihadista, che trova terreno fertile in territori, quali la Francia e la Germania, in cui vige una sorta di 'apartheid' e le periferie sono veri e propri bacini del terrore.

Ancora una falla dell'anti-terrorismo francese

Adel Kermiche aveva appena 19 anni ed era già noto al servizio anti-terrorismo francese perché nel 2015, per ben due volte, aveva tentato di raggiungere la Siria, meta ambita dal giovane e roccaforte della jihad. Ma i suoi sogni di riscatto identitario erano naufragati nell'arresto.

Era stato arrestato, infatti, prima a Monaco e poi, in compagnia di un altro ragazzo, all'aeroporto di Ginevra il 14 maggio del 2015, dopo essere stato respinto dalla Turchia. Rinchiuso nel carcere ginevrino di Champ-Dollon, era stato poi estradato in Francia, dove era rimasto in prigione per circa un anno.

Rilasciato il 22 marzo scorso, era stato posto in libertà vigilata con il braccialetto elettronico, ma poteva uscire di casa dalle 8.30 alle 12.30.

Ed é in questa fascia oraria che, del tutto e inspiegabilmente indisturbato, in compagnia di un sedicenne, di cui non si conosce l'identità, al grido di Daesh, ha concretizzato il suo progetto. Di fronte alla dinamica degli eventi nascono molti interrogativi e perplessità sull'efficacia dei servizi di sicurezza francesi che, già nell'attentato di Nizza, hanno evidenziato falle imperdonabili. E mentre il mondo biasima questa 'cultura di morte', si consolida la destra di Marine Le Pen.