Cinzia Gabbatore ha vissuto quasi live la tragedia di Dacca. La siciliana, originaria di Gela ma residente a Piove di Sacco, è addetta alle public relation e spesso viaggia da una parte all'altra del mondo per impegni professionali. In questi giorni la cinquataquattrenne era in Bangladesh. Anche lei, come tanti altri italiani, aveva raggiunto Dacca per incontri di lavoro.

Cinzia, appena qualche giorno prima, aveva pubblicato un post che faceva riferimento alle problematiche che, in questi tempi di incertezze e di attentati, incontra chi è costretto a viaggiare per impegni professionali.

"La strada per fermare l'economia sono gli attentati per terrorizzare le persone". Secondo la siciliana la strategia dei militanti dell'Isis (e di altre organizzazioni terroristiche) ha come unico obiettivo quello di paralizzare le attività produttive e l'economia in genere.

Il post sul terrorismo pubblicato poche ore prima

"Tutto questo massacro non porterà a niente. Si eliminano solo persone innocenti che vivono solo la loro vita normale. Uomini, donne e bambini ai quali viene tolto il futuro". Cinzia Gabbatore chiude il suo pensiero social con un invito a non fare di tutta un'erba un fascio e a "documentarsi su idee, usi e costumi". Quasi un triste presagio quello di Cinzia che per puro caso non si è trovata in quel ristorante dove hanno trovato la morte tanti amici.

L'aver scampato il pericolo non risolleva la siciliana trapiantata in veneto. "Sono tutti morti. I nostri amici non ci sono più".

Dal 26 marzo in Bangladesh, stava per ripartire

La donna tranquillizza familiari ed amici e precisa che sta preparando le valige per rientrare in Italia. Per Cinzia l'esperienza a Dacca era praticamente giunta al termine.

L'italiana era arrivata il 26 marzo in Bangladesh esarebbe dovuta rientrarenel Bel Paese il 2 luglio. Poche ore prima di prendere il volo il terribile attentato che è costata la vita a nove italiani. "Ero appena rientrata da un club con altri colleghi italiani - aveva specificato Cinzia su Facebook. Abbiamo vissuto attimi terribili in attesa di buone notizie". Che purtroppo non sono arrivate.