Si parla spesso di "guerra dimenticate" e, purtroppo, quella che potrebbe scoppiare alle porte orientali dell'Europa è un pericolo ancora vivo ed evidentemente sottovalutato. L'Ucraina è in fase di stallo, l'ultimo evento è l'annessione della Crimea alla Russia che è stato considerato "illegale" dalla comunità internazionale. Da qui le sanzioni nei confronti di Mosca da parte dell'Unione Europea, scattate l'anno scorso e prolungate ora di sei mesi, fino all'inizio del prossimo anno. Sull'efficacia di tali misure sono state sollevate parecchie perplessità: l'impressione è che gli sforzi dell'Unione per sostenere Kiev controil governo russo siano stati finora inutili.

La guerriglia separatista nelle aree di Donetsk e del Donbass è proseguita, rivelando una certa incapacità da parte dell'attuale governo ucraino, subentrato a quello del presidente filorusso Viktor Yanukovich, di concedere reale autonomia amministrativa alle regioni suddette isolando nel contempo le fazioni estremiste. Oltretutto l'embargo nei confronti della Russia è stato molto più dannoso per l'Ucraina che dipendeva quasi esclusivamente da Mosca sotto l'aspetto degli scambi commerciali e di forniture energetiche.

La necessità di aprire nuove trattative

Nel corso del vertice che si è tenuto a Varsavia lo scorso 9 luglio, la NATO ha deciso di potenziare le difese dei confini ucraini ma ad oggi questo piano non è stato concretamente attuato, così come non è stato dato seguito al desiderio espresso dal presidente, Petro Poroshenko, di un rapido ingresso del suo Paese nell'Alleanza Atlantica.

Sebbene Jens Stoltenberg, segretario della NATO, abbia condannato ancora una volta "l'annessione non riconosciuta della Crimea alla Russia" ed "il lavoro destabilizzante di Mosca nei confronti delle regioni orientali dell'Ucraina", il tutto rimane lettera morta. Il governo tedesco ha espresso parecchie perplessità su tutta la questione, il vice cancelliere Sigmar Gabriel considera infatti "necessario riaprire i negoziati con Mosca perché una maggiore presenza militare della NATO in Ucraina farebbe salire le tensioni nei confronti della Russia".

Un'ulteriore polveriera di cui l'Occidente non ha certamente bisogno. Quella di Putin, al contrario, è una posizione di attesa: Mosca è disponibile a trattare ma con l'altra mano ha tutto l'interesse di fomentare i movimenti separatisti filorussi.