E' allarme umanitario per la città di Aleppo, martoriata dai continui raid aerei del regime di Damasco e dell'aviazione russa. Mancano le medicine, il cibo, l'acqua per la popolazione assediata. Difficile per le organizzazioni umanitarie internazionali portare aiuti, difficile raggiungere le zone calde, dove l'inferno si fa reale e la vita si spegne nel vago ricordo di un passato felice.

Non si contano i morti tra i civili, tra questi numerosi i bambini (si calcola che siano almeno la metà delle vittime). E' uno scenario di morte e di orrore in cui anche l'ultimo barlume di vita è soffocato dal fumo delle bombe.

Allarme dell'Unicef

Lacera il silenzio dell'indifferenza e dei giochi politici internazionali il grido dell'Unicef, di poche ore fa:'100.000 bambini bevono acqua infetta da giorni', c'è il rischio di epidemie. E' uno sterminio che trova fondamento nella logica di una guerra tanto più spietata, perchè combattuta contro inermi e innocenti.

Cinque giorni fa i continui attacchi aerei hanno danneggiato le stazioni di pompaggio dell'acqua che fornivano questo bene di prima necessità a 250.000 persone, nella parte orientale di Aleppo.

'Oltre 100.000 bambini sono stati costretti a bere da fonti non sicure -denuncia l'Unicef- o da fori superficiali sulle tubature o da pozze d'acqua che fuoriusciva dai tubi rottiì.

La situazione è senza precedenti. E, se l'immagine del piccolo Omran ha commosso il mondo, altre centinaia di bambini vengono estratti dalle macerie, e non sempre vivi.Gli ospedali sono al collasso. I medici lavorano giorno e notte, tuttavia si muore sui pavimenti degli ospedali, perchè mancano i medicinali di base, antibiotici, anestetici e attrezzature come i respiratori.

Questo è quanto dichiara Save the Children, ma le bombe piovono incessantemente, come lingue di fuoco scagliate da un cielo cupo e nemico.

La disperazione dei medici

Solo la volontà eroica di salvare vite umane dà loro la forza e il coraggio di tentare l'impossibile e i racconti di questi 'angeli di vita' trasudano dolore e disperazione.E' una lotta impari e il loro accorato appello è quello più lacerante. Esso si mescola alle lacrime di chi ancora sa essere umano.