Un giovane bambino autistico di 11 anni del New Jersey sorprende tutti, in occasione di un questionario redatto in classe, nel quale ha ammesso dinon avere amici.Ilpadre ha deciso di commentare quanto accaduto, pubblicando su Facebook un post commovente e toccante, che ha emozionato il mondo del web.

Una vita senza amici

Doveva essere un questionario come tanti altri quello consegnato a Christopher dalla propria maestra, per indagare su gusti, preferenze e rappresentazione della vita quotidiana di ciascun alunno. Questionari che poi - forse con tanta disattenzione da parte dell'insegnante - sono stati appesi sui muri dell'aula per essere letti da tutti.

Tra le tante risposte date, solo una ha attirato l'attenzione del padre di Christopher, ovvero quella inerente l'elenco dei nomi di alcuni amici: a questa domanda, il ragazzo ha risposto con un semplice, quanto secco:"Nessuno". Una parola che ha colpito dritto al cuore del padre che, se inizialmente ha preferito fare solo una foto al testo, successivamente -e dopo non poca riflessione - si è collegato al computer e ha scritto un lungo post che ha pubblicato su Facebook, richiamando così l'attenzione su un problema molto importante che affligge le persone affette da autismo.

La difficile vita dei soggetti autistici

Tanti sono i fatti che la cronaca ha portato alla conoscenza di molti di noi, circa il forzato isolamento in cui sono costretti a vivere i ragazzi autistici, non per la malattia, ma a causa della cattiveria umana che li ghettizza e non li accetta fino in fondo.

Qualche mese fa, sempre negli USA, una stella del football americano, ospite in una scuola - accortosi che un ragazzo autistico mangiava in completa solitudine - ha preferito condividere il suo pasto proprio con lui.

Parole commoventi quelle di Bob, rispettose ed umili, che ci raccontano le tante amarezze, delusioni e doloreprovocati dal razzismo, dalla idiozia e cattiveria di cui sono capaci in tanti in questa società sempre più povera di valori, imperniata solo su quell'io individualistico che ci porta a vivere una vita lontana dall'umanità. Individui che solo a parole sono solidali, ma che in realtà sono i primi a fare delle persone deboli, fragili o portatrici di qualsiasi tipo di disabilità o deficit, degli spettri di questa società.