Due italianipresenti in libia per motivi di lavoro sono stati rapiti ieri 19 settembre nella città di Ghat, nei pressi del confine con l'Algeria. Sono stati fermati da una banda di uomini armati e con i volti coperti in un orario compreso tra le 7.00 e le 8.00 mentre erano a bordo della loro auto e costretti a salire a bordo di un fuoristrada. Insieme a loro era presente anche un cittadino canadese, rapito anch'egli. Si tratta di Bruno Cacace e Danilo Calonego, rispettivamente un 56enne residente nella provincia di Cuneo e un 66enne proveniente dal bellunese, entrambi dipendenti dellaCon.I.Cos (Contratti Internazionali Costruzioni) società con sede a Mondovì, in provincia di Cuneo che sta effettuando dei lavori presso l'aeroporto di Ghat.

Presentiin Libia da tempo - Cacace addirittura da 15 anni - da quando con la caduta del rais il paese è scivolato nel caos si muovevano accompagnati da una scorta armata: ma per motivi ancora da chiarire da alcuni giorni gli era stata tolta:un aspetto che inevitabilmente alimenta ombre e perplessità ancora da chiarire.

Ipotesi rapimento lampo

Nonostante sia presto per una versione definitiva dei fatti e si sia ancora nell'ambito delle ipotesi, secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti che stanno indagando sul caso sarebbe dovuto essere un "rapimento lampo", con rapido pagamento del riscatto e successiva liberazione degli ostaggi, ma qualcosa evidentemente sarebbe andato storto, complicando la situazione.

La zona del rapimento è un territorio pericoloso

La zona dove è avvenuto il sequestro è nota alle autorità e ai servizi segreti per essere un territorio poco sicuro, frequentato da tribù Tuareg e dove sono operativi trafficanti di ogni genere, e persino miliziani islamisti. Tuttavia secondo chi segue la vicenda l'ipotesi più accreditata sarebbe quella di un gruppo di criminali comuni, cosa che comunque non significa che la liberazione dei rapiti sarà più facile, anche perché questi potrebbero cedere gli ostaggi ad organizzazioni criminali in grado di gestire la situazione, interloquire con le istituzioni e cercare di ricavarne un lauto riscatto.