Gli abitanti della cittadina Gorino, in provincia di Ferrara, avevano eretto vere e proprie barricate fin da ieri contro l'arrivo dei profughi, 12 donne, che avrebbero dovuto esser ospitati nell'ostello del paese. I cittadini hanno bloccato le strade per impedire il passaggio del pulmann che trasportava le 12 profughe. La protesta cittadina ha avuto la meglio, difatti le 12 profughe, di cui una in stato interessante, sono state dirottate in altri paesi della provincia ostiense, 4 a Comacchio, 4 a Fiscaglia e 4 a Ferrara.

La decisione di dirottare le profughe verso altri paesi è avvenuta dopo una mediazione tra abitanti e forze dell'ordine, e dopo l'intervento del sindaco di Ferrara.

La protesta continua, al momento rimane una sola barricata sulla provinciale che permette il transito a sole auto, ed i cittadini vigilano sulle strade per evitare che altri pulmann con profughi a bordo transitino nel loro paese.

Le parole del ministro Angelino Alfano

Sulla vicenda è intervenuto il ministro degli interni Angelino Alfano, che ha dichiarato: "di fronte a 12 donne, delle quali una incinta, ereggere blocchi stradali per non farle passare non fa onore al nostro paese, sicuramente tutto può esser gestito in modo migliore, ma quella non è Italia". Il ministro aggiunge che il problema non sono le modalità di organizzazione della protesta, ma ripete che questi comportamenti non sono da italiani, ma fa un plauso ai siciliani che aiutano i migranti.

Sostegno da parte della Lega Nord ai cittadini in protesta

A favore dei cittadini in protesta si schiera invece la Lega Nord. Il partito di Matteo Salvini ringrazia chi ha manifestato contro i profughi attraverso la voce di Alan Fabbri, capogruppo e segretario per la lega di Ferrara. Fabbri aggiunge "ringrazio chi ha lottato per la democrazia e il buon senso".

Sempre per voce del capogruppo Fabbri la lega fa sapere che è ora di finirla con "la dittatura" dell'accoglienza, andando contro il partito democratico e il ministro Alfano, che secondo loro accolgono immigrati e profughi distribuendoli senza sentire la voce del popolo.