Il termine, caduto in disuso da oltre un quarto di secolo, è tornato prepotentemente di moda. Una contrapposizione politica ed indiretta dal punto di vista militare tra gli Stati Uniti d'America ed il Paese che ha raccolto il testimone dell'URSS, fa automaticamente pensare ad una nuova 'guerra fredda'. Si tratta di una fase di passaggio o l'attuale crisi diplomatica tra Washington e Mosca è destinata a perdurare negli anni? Allo stato attuale non ci sono margini di dialogo e, oltretutto, la probabile vittoria alle presidenziali statunitensi di Hillary Clinton rischia di inasprire i rapporti tra le due superpotenze.

Il mondo diviso, ieri ed oggi

La guerra fredda che contrappose i due blocchi tra la fine della seconda guerra mondiale ed i primi anni '90 poggiava su forti basi ideologiche. A scontrarsi erano l'occidente capitalista e l'est marxista, uniti nella guerra vera al nazifascismo e poi, inevitabilmente, separati perché si trattava di due mondi culturalmente distanti. Nel mondo di oggi, l'ideologia comunista è ormai morta e sepolta, sconfitta dalla Storia senza mai essere stata disfatta dal punto di vista militare come accadde invece con l'estrema destra nell'ultimo conflitto globale. Gli Stati Uniti, oggi come nel secolo scorso, tentano di "dettare i tempi" della storia contemporanea e questa politica 'invasiva' ha purtroppo determinato instabilità ed ulteriori conflitti, come in Medio Oriente.

La Russia di oggi è un Paese capitalista che non ha perso la tipica autarchia dei regimi comunisti, con un leader forte come Vladimir Putin che rievoca quel pugno di ferro decisionista tanto caro ad alcuni vecchi segretari sovietici.

Una nuova corsa agli armamenti

Qualche giorno fa la Russia ha presentato il suo ultimo 'fiore all'occhiello' dal punto di vista militare.

Il missile nucleare multitestata 'Satan 2' sarà pronto entro il 2018 e la sua potenza distruttiva (permette lo sgancio in contemporanea di sedici testate atomiche, ndr) potrebbe spazzare via uno Stato grande come la Francia. Per molti, l'annuncio di Mosca ha rappresentato una chiara risposta all'attuale politica della NATO che, a partire dalla prossima primavera, rinforzerà con nuove truppe i confini degli Stati baltici con la Russia.

Il riarmo missilistico statunitense, del resto, aveva riguardato lo scorso maggio anche la base di Deveselu, in Romania, dove è stato ristrutturato con l'ingente spesa di oltre 800 milioni di dollari un vecchio aeroporto militare sovietico. Senza dimenticare, sul fronte russo, l'imponente flotta navale attualmente in viaggio che attraverserà il Mediterraneo e punterà sulla Siria dove è in atto il punto più caldo di questa nuova guerra fredda. Sono tutti elementi che lasciano invero pochi margini di dubbio a chi paventa un nuovo scontro tra potenze politiche e militari.

Il gioco delle alleanze

Se nella guerra fredda del secolo scorso si era in presenza di blocchi consolidati, in questo caso la situazione è molto più complessa.

Oggi la Russia di Putin ha alleati forti in Medio Oriente, l'Iran su tutti, sta consolidandoi propri rapporti con la Cina ed aspira a 'catturare' l'interesse della Turchia di Erdogan, una delle nazioni più 'ambigue' di questo scacchiere essendo in realtà un potente partner NATO. Gli Stati Uniti possono contare sull'appoggio incondizionato del Regno Unito ma guardano con timore a ciò che accade nei maggiori Paesi dell'Unione Europea. Le importanti scadenze elettorali in Italia, Francia e Germania potrebbero indebolire, se non addirittura far cadere, i governi in carica. Ciò viene vissuto con estrema preoccupazione dalla Casa Bianca che esprime apertamente sostegno ad Angela Merkel, Francois Hollande e Matteo Renzi.

Alla base di questo endorsement, più che autentica fiducia nelle maggioranze che governano iprincipaliStati membri dell'UE, c'è estrema diffidenza verso coloro che potrebbero rappresentare un'alternativa.