Nel 2008,l’Italia e la libia stipularono un accordo denominatoTrattato di Bengasi, dove tra i vari punti si stabilì che l’Eni sarebbe stato il principale operatore petrolifero in Libia, con una media di 550mila barili al giorno. Inoltre furono sigillatinuovi accordi su gas e petrolio con Tripoli, proteggendo la posizione privilegiata dell’azienda italiana. L’apertura dello Stato libico al mondo e il ruolo di primo piano che Gheddafi ricopriva, aprivano nuove prospettive di sviluppo per la Libia e, indirettamente, anche per l’Italia.

La Francia contrattacca duramente

Ormai è noto che il 17 marzo 2011, la Francia tentò di destabilizzare il paese nord africano utilizzando una strategia su un doppio fronte. Da un lato, il Ministro degli Esteri franceseAlain Juppè davanti alle Nazioni Unite dichiarò le atrocità del leader libico, spingendo sulla necessità di un intervento militare per fermare lo spietato genocidio. Dall'altro lato, invece, le grandi aziende francesi, tra cui la petrolifera TOTAL, si riunivano a Bengasi con i capi delle forze ribelli per accordarsi sulla spartizione delle fonti energetiche libiche nella fase post Gheddafi.

I reali scopi dello Stato francese erano, infatti, l’aumento delle quote di petrolio, un incremento del potere transalpino in Nord Africa, la possibilità per le forze armate di riaffermare il proprio ruolo nel mondo, oltre a fermare i progetti espansionistici di Gheddafi,che avrebbero messo in pericolo la posizione dominante della Francia in Africa.

Ora la dichiarazione shock dell’Inghilterra

In una relazione della Commissione Affari Esteri al Parlamento britannico lunga 46 pagine, si ammette che l’intervento in Libia non ebbe uno scopo umanitario come promozionato dai media europei, ma fini decisamente più oscuri.Nelle pagine si può leggere come l’intervento britannico sia avvenutosenza sapere ciò che stava realmente accadendo nel Paese, dovuto alle pressioni francesi.

Le violazioni dei diritti umani del presidente libico non furono mai confermate, e i reati di guerra furono compiuti da entrambi gli schieramenti. Risulta anche incredibile come i servizi segreti di sua maestà non siano riusciti a scoprire le forti implicazioni del gruppo di al qaeda con i ribelli protetti dall'Europa.Continuando la lettura, viene evidenziato che l'embargo della fornitura di armi alle forze in guerra fu ampiamente aggirato da parte di molti paesi, al punto da considerare decisivo l’intervento di forze politiche esterne nella caduta del generale libico.