A poche centinaia di metri dal Teatro comunale, nella centralissima via Aurispa, la città di Noto si sveglia di domenica con un cumulo di immondizia all'angolo con via Ruggero Settimo, l'arteria che conduce alla Chiesa del Carmine. E' una fotografia che si ripete in altre zone altrettanto nevralgiche della città barocca. Non si comprende se la colpa sia realmente tutta dei cittadini "sporcaccioni", come ha fatto intendere il sindaco di Noto in un recente Consiglio comunale dedicato all'aumento della tassa dei rifiuti oppure sia un po' anche dell'Amministrazione comunale, che non controlla il territorio.

La vicenda mostra le crepe esistenti nel sistema dello smaltimento dei rifiuti a Noto. La verità sulle responsabilità sta a metà strada visto che i cittadini sono lo specchio della stessa classe dirigente che li governa, se non altro perché l'hanno votata. L'immagine che proponiamo è quella scattata esattamente al crocevia tra via Aurispa e via Ruggero Settimo.

Noto Bene Comune contro l'aumento della Tari

Nel frattempo, la Tari aumenta ancora, come registrato già al termine della recente seduta dell'assemblea elettiva di Palazzo Ducezio. Con dodici voti favorevoli la maggioranza ha approvato le nuove tariffe, col voto contrario della sola opposizione rappresentata dal movimento civico Noto Bene Comune (che in aula vede la presenza di Gianfranco Pintaldi, Pietro Rosa e Giovanni Ferrero).

Corrado Figura, leader del movimento e già candidato sindaco, spiega sul suo profilo Facebook che è anomalo che in una città votata al turismo non ci sia la sufficiente attenzione per l'immagine della città, rovinata dall'immondizia lungo le strade. Non solo. Rincara la dose sul fatto che le tasse avanzino, parafrasando lo slogan elettorale dell'attuale primo cittadino, Corrado Bonfanti.Per l'Amministrazione comunale non è stato un inizio facile, a causa di diverse vicende: il fallimento del Noto calcio, i ritardi negli stipendi dei dipendenti, le proteste da parte degli organizzatori delle serate in città durante l'estate, l'indebitamento dell'ente e il rischio di trasferimento di reparti ospedalieri dal Trigona di Noto al Di Maria di Avola.