In friuli si sta verificando una invasione di cimici cinesi così imponente da obbligare i cittadini di Pordenone a barricarsi in casa. I residenti hanno collassato le linee dei vigili del fuoco con chiamate d’ aiuto per eliminare i piccoli insetti.

Come sono arrivate le cimici cinesi

Le cimici si presume siano arrivate in Italia nascoste in scatole di legno o all’interno di scatoloni di cartone provenienti da Cina, Giappone e Corea. Il nome scientifico di questo animaletto è Halyomorpha halysStál, raggiunge una dimensione massima intorno al centimetro e mezzo ed è di color marrone.

Questo insetto durante i mesi freddi si rifugia nella corteccia delle piante, sotto le pietre e negli arbusti, però trovando le case riscaldate si sta adattando e cerca di rifugiarsi all’interno delle stesse obbligando al vicinato a tenere chiuse costantemente porte e finestre. La sua alimentazione comprende più di 100 specie di vegetali differenti rendendolo un grave problema per l’agricoltura locale. La produzione di mele si è vista ridotta di un 40% ed hanno colpito anche duramente le produzioni di kiwi e d’ uva. Oltre alla vegetazione e le coltivazioni quest’insetto sta sottraendo il territorio alle specie autoctone con il conseguente rischio di estinguere le razze locali.

Quali previsioni per il futuro e possibili rischi

L’arrivo in Europa di questo animale risale al 2007 e al momento le regioni dove si trova questa specie di cimice sono la Lombardia, il Veneto, il Friuli, il Trentino ed il Piemonte. Gli esperti però stanno avvisando che con l’arrivo del caldo durante la prossima primavera questi animaletti potrebbero diffondersi anche nel centro e sud d’Italia.

I medici stanno avvisando la popolazione che questa specie non è assolutamente pericolosa per l'essere umano, però la tendenza di riunirsi in sciami creando delle nubi in movimento non lascia tranquilla la popolazione. Anche i vigili del fuoco contattati dai cittadini allarmati non possono intervenire proprio dovuto alla non pericolosità di questi piccoli esseri. Gli enti locali come Ersa e la regione stanno cercando di creare una normativa che vada a regolare gli interventi per porre rimedio in via definitiva a questa invasione.