Bastano un video e una piccola introduzione su Facebook per accendere la polemica. Così Vittorio sgarbi scarica la sua ira per una condanna che "lo Stato ha inflitto a se stesso": 5 mesi per resistenza a pubblico ufficiale. Nelle parole del critico precise accuse alle forze dell'ordine che poco prima di fermare il suo ingresso all'Expo gli chiedevano un selfie.

Il video di accuse

"Lite all'Expo: denunciato dagli stessi carabinieri che mi chiedevano i selfie. La mia condanna è uno sfregio e una vergogna. Facevo solo il mio lavoro. Io sono stato ostacolato, non i carabinieri".

Inizia così lo sfogo di Vittorio Sgarbi su Facebook. Parole scritte a introdurre un filmato di circa 8 minuti in cui le considerazioni assumono la consistenza di un fiume in piena contro una condanna a 5 mesi per resistenza a pubblico ufficiale.

La condanna

Sgarbi è stato condannato a 5 mesi di carcere, con rito abbreviato, per gli insulti rivolti ad alcuni carabinieri il 22 maggio 2015, giorno inaugurale della mostra "Il tesoro d'Italia" da lui stesso curata. Il pm Elio Ramondini aveva chiesto un anno e mezzo di reclusione per lui e un anno per il suo autista, Nicola Mascellani. Il giudice Marco Tremolada, della quarta sezione penale del Tribunale di Milano, ha stabilito la condanna rispettivamente a 5 e 4 mesi di carcere.

Sgarbi, in seguito a risarcimento di 10.000 euro versato ai 4 carabinieri insultati, aveva ottenuto l'estinzione del reato di oltraggio a pubblico ufficialecontestatogli dal pm. A incriminare Sgarbi alcune frasi offensive rivolte ai militari che si erano avvicinati al blocco di sicurezza in cui alcuni vigilanti lo avevano fermatoper un controllo: "Sei un fascista, non fate un c...

e state interrompendo un pubblico servizio, togliti dalle palle, ci vediamo in tribunale, siete due cogl...".

Secondo Vittorio Sgarbi i carabinieri e i poliziotti, che pochi minuti prima gli avevano chiesto un selfie,hanno ostacolato il suo ingresso alla mostra e interrotto così il suo lavoro di ambasciatore della Lombardia all'Expo pretendendo di controllare la sua identità nonostante fossero insieme a lui poco prima.

Un video "contro" nella sua pagina ufficiale di Facebook sta accendendo il web e dividendo, come suo solito, l'opinione pubblica.