Dramma tra le mura domestiche in piazza Conti, a Genova. Un poliziotto ha preso la pistola d'ordinanza ed ha ucciso moglie e figlie; poi ha rivolto l'arma verso se stesso ed ha premuto il grilletto. Non si conosce attualmente il motivo dell'omicidio-suicidio avvenuto nelle ultime ore nel capoluogo ligure. L'agente, Mauro Agrosì, aveva 50 anni.

Episodio simile a quello avvenuto a Cornigliano nel 2003

Un altro appartenente alleforze dell'ordine che, in Italia, usa la pistola d'ordinanza per uccidere membri della propria famiglia. Agrosì era passato da molto tempo agli incarichi tecnici del reparto Mobile di Bolzaneto, ma qualcosa nella sua vita non andava per il verso giusto.

Il 50enne, come si evince dalla lettera che ha lasciato prima di uccidersi, era insoddisfatto. 'La vita ha troppi problemi' avrebbe scritto il poliziotto suicida nella missiva. Dopo aver freddatomoglie e figlie, l'uomo ha avvertito i colleghi, dicendo che avrebbe lasciato aperta la porta di casa e che tutti erano stati uccisi. Subito sono state avviate le indagini per ricostruire la dinamica della tragedia e scoprire la ragione che ha portato il poliziotto Mauro Agrosì a compiere un gesto così estremo.

13 anni fa, sempre a Cornigliano, avvenne un episodio simile. L'ispettore di Polizia Saverio Galoppo, 47 anni, usò la pistola d'ordinanza per uccidere la moglie e i 2 figli di 8 e 4 anni. Con la stessa arma l'ispettore si suicidò poco dopo.

La vicenda balzò subito agli onori delle cronache. Gli inquirenti scoprirono che Galoppo era depresso e avvilito per la separazione dalla moglie Assunta e perché non avrebbe potuto più trascorrere molto tempo insieme a figli. Furono i vicini di casa a chiamare la Polizia e i carabinieri, dopo aver udito litigare e diversi spari.

Incremento dei suicidi tra gli appartenenti alle forze dell'ordine

Visto l'aumento dei suicidi tra gli appartenenti alle forze dell'ordine, nel 2009 è stato istituito un utile servizio di sostegno psicologico telefonico per gli agenti con problemi. Non solo. Sono stati organizzati anche incontri con esperti. Ovviamente, vengono sempre garantiti l'anonimato e la privacy degli appartenenti alle forze dell'ordine in difficoltà.