Oggi la Corte Europea è chiamata a valutare e deliberare sulla controversia portata in tribunale dall'Associazione dei taxisti di Barcellona contro Uber. Uber è quell'app per dispositivi mobili che permette di contattare altri utenti per chiedere o offrire un trasporto sulla propria auto se si è partner Uber registrati. L'utilizzo di Uber è facilissimo e noto a tutti ma, sin dalla sua prima diffusione, le contestazioni da parte delle associazioni dei taxisti sono state numerosissime, come sappiamo bene anche noi italiani.

Le accuse contro Uber

I taxisti contestano a Uber di violare tutte le norme locali sul trasporto, Uber a sua volta si difende sostenendo che tutte le attività svolte tramite la sua celeberrima applicazione, sono solamente dei servizi digitali, cioè rientrerebbero in una direttiva europea del 2000 e sarebbero quindi completamente liberalizzati.

Una decisione del giudice a favore di Uber capovolgerebbe completamente la situazione attuale, facendo decadere ogni privilegio ora invocato dai tassisti.

Soluzioni intermedie per la Corte Europea

Ovviamente la Corte Europea chiamata oggi ad esaminare la situazione e discutere la vicenda con le due parti coinvolte, avrà anche altre opzioni oltre alle due soluzioni estreme invocate dai tassisti e da Uber. Ma qualunque sia la conclusione del giudice, il verdetto che verrà emesso non avrà solo giurisdizione locale ma sarà esteso ed applicato in tutta Europa. La sentenza potrà influire anche su altre diatribe legali che interessano la fornitura di servizi digitali che sono in contrasto con gli interessi di altri soggetti che operano in modo tradizionale, come accade nel mondo delle telecomunicazioni.

Qualunque decisione non verrà però presa oggi, in quanto i tempi del cammino giudiziario sono ancora lunghi e la sentenza finale non è prevista prima della fine del prossimo anno.

Previsioni sulla sentenza della Corte Europea

Non si può sapere che decisione prenderà il giudice, ma le voci di corridoio sono orientate a favore di Uber, con il velato sostegno della maggior parte dei governi europei.

Solamente Spagna, Francia ed Irlanda sono nettamente schierate sul mantenimento della situazione attuale riguardo ai Taxi. Molte volte è già successo che i governi fossero a favore di cambiamenti senza però poter realizzare le liberalizzazioni a causa delle pressioni di lobby internazionali o di resistenze di associazioni locali. In Italia fu grazie ad una sentenza della Corte Europea del 1991 se si potè infrangere il monopolio dei lavoratori portuali di Genova, i cosiddetti Camalli.