Un neonato viene recuperato carbonizzato all'interno di un'abitazione dell'Elephant Village, in Cambogia. Sok Sorn, contadino 54 enne ha appiccato il fuoco sul corpo del bambino che, come nel peggiore degli incubi, è anche il suo stesso nipote. Pare fosse sotto l'effetto di alcool quel 19 novembre 2016 mentre commetteva il crimine. Tuttavia non si esclude affatto la premeditazione:

Sorn era arrabbiato con la figlia, colpevole di aver trovato un lavoro fuori dalla propria abitazione e di aver iniziato una relazione con un uomo a lui sconosciuto. Il commissario di polizia provinciale, Mao Chandara Makthura, ha confermato che l'assassino non ha disturbi mentali e che era dipendente dagli alcolici.

Ad allertare sia i vicini che gli agenti, un fumo denso e nero proveniente dall'abitazione. In un filmato caricato in rete, l'arresto di Sok Sorn appare quasi irreale: corpo esile, testa china, una ferita sul volto, l'assassino sembra un lupo travestito da agnello. E' ubriaco anche in quel momento e, incapace di scendere degli scalini, viene aiutato dagli agenti di polizia. La stampa locale non ha rilasciato né il nome della madre della vittima né dettagli sulla sua reazione appena appresa la notizia.

L'alcolismo e l'aggressività

Il consumo di alcol costante e ad elevate dosi può favorire l'aggressività. Una ricerca condotta dal Dipartimento di Psicoterapia di Berlino e pubblicata dalla German Medical Association ha dimostrato che un atto criminale su tre viene commesso sotto l'effetto l'assunzione di alcolici, indipendentemente dallo status sociale di chi lo commette, dai fattori psicologici e da quelli culturali.

Ciò che viene meno quando si è ubriachi è il controllo cognitivo, la percezione della realtà si modifica e, in determinai casi, si può arrivare a mettere in atto comportamenti violenti. Non stupisce dunque la storia di Sok Sorn e del nipote: una dipendenza da alcolici, un contesto familiare conflittuale, uno stato di povertà potrebbero essere stati il catalizzatore dell'atto criminale.