Non solo vittime dei bombardamenti in patria e del dramma dei campi profughi nei paesi dove fuggono per salvarsi la vita. Le giovani donne siriane sono spesso costrette anche a sposarsi con un perfetto sconosciuto per sfuggire alla fame e alla violenza, e sperare in una vita migliore. I matrimoni precoci in Siria non sono una novità: prima dello scoppio del conflitto nel 2011, il 13% delle donne di età compresa fra i 20 e i 25 anni si era già sposata entro il diciottesimo compleanno, ma la guerra ha fatto crescere il dato portandolo a livelli allarmanti.

Attualmente secondo uno studio sono circa il 27% le giovani donne siriane che in Libano vengono date in sposa dalla famiglia” racconta Saja Michael program manager per i diritti di genere della Ong Abaad. L’associazione lavora da anni per proteggere donne costrette a matrimoni precoci contro la loro volontà, e che spesso, una volta sposate, subiscono abusi fisici e maltrattamenti da parte dei mariti. I membri dell’associazione le accolgono nelle loro “safe house” proponendo terapie individuali e di gruppo, oltre che assistenza clinica, in attesa di una soluzione migliore. “I nostri incontri sono rivolti anche ai genitori oltre che alle ragazze, perché è importante lavorare sulla consapevolezza del fenomeno” conclude Saja.

Spose bambine: motivi e conseguenze

Due fattori principali spingono una giovane donna siriana ad accettare il matrimonio precoce. Il primo è di natura sociale. “E’ una pratica comune in molti paesi arabi, non solo in Siria” Spiega ancora Saja “ed è considerato prima di tutto un modo per impedire rapporti sessuali prematrimoniali”, un modo insomma per preservare l’onore delle giovani donne.

Ma la guerra ha giocato un ruolo fondamentale sull’altro fattore, quello economico. Le famiglie siriane, che in Libano vivono senza alcun diritto, spingono le giovani figlie di casa verso il matrimonio per alleggerire le proprie difficoltà economiche. “Alcune hanno anche 14 anni” continua Saja “e non di rado finiscono per diventare mogli di uomini molto più anziani di loro” con conseguenze devastanti: oltre a subire abusi fisici e domestici, spesso hanno complicazioni durante la gravidanza o al momento del parto a causa della loro giovane età.

Sposarsi per queste giovani donne significa inoltre privarsi della possibilità di istruirsi e formarsi. Dall’inizio del conflitto il tasso di scolarizzazione in Siria è passato dalla quasi totalità al 50%. E in alcune zone, come l’area nei dintorni di Aleppo, è scesa al 6%. La guerra ha quindi lasciato circa 3 milioni di bambini senza la possibilità di ricevere un’istruzione e ha esposto molte ragazze al rischio di doversi sposare presto. Confinate nelle loro abitazioni, dopo il matrimonio, badano ai figli e al marito e abbandonano i propri sogni di autorealizzazione professionale.

Spose bambine: i numeri

Non solo in Libano. I matrimoni precoci sono aumentati in tutte le comunità di rifugiati.

In Giordania, stando ai dati trasmessi da Terre Des Hommes, nel 2011, il 12% dei matrimoni registrati riguardava una ragazza con meno di 18 anni. Il tasso è arrivato al 18% nel 2012, al 25% nel 2013 per arrivare a sfiorare il 32% nel primo quarto del 2014. Ma considerando il fatto che molti matrimoni non vengono registrati, in realtà il loro numero potrebbe essere molto più alto. La strada per combattere il fenomeno è lunga: servono interventi concreti sul fronte dell’istruzione e della sensibilizzazione, come il programma di Save the Children a supporto delle ragazze più svantaggiate con sessioni informative che puntano a convincere le famiglie a ritardare i matrimoni fino almeno alla maggiore età.