"Amaq", l’agenzia stampa dell’autoproclamato “Stato Islamico” ha diffuso poche ore fa un filmato propagandistico da Mosul: dopo 5 mesi di silenzio riappare il giornalista britannico John cantlie. Cantlie è uno strumento di propaganda nelle mani dell’ISIS: il reporter, dal 2012 nella morsa dei miliziani di al-Baghdadi, denuncia i bombardamenti della coalizione. Cinque dei quattro ponti sono stati demoliti dai raid aerei: Cantlie, recitando il copione fornito dai miliziani, afferma che ciò ha complicato le condizioni di vita della popolazione.

Ancora una volta le capacità del giornalista vengono sfruttate in un tentativo di guadagnare credibilità agli occhi dell’opinione pubblica.

“La coalizione ha dichiarato che tali operazioni si sono rese necessarie per ostacolare i movimenti dei mujahidin, tuttavia i guerriglieri non sono in città: stanno combattendo al fronte, a molti km di distanza”, spiega il giornalista. In seguito il reporter mostra il danneggiamento dalle condutture idriche nei pressi del ponte al-Muthanna, e le difficoltà di approvvigionamento.

Cantlie intervista alcuni autisti, i quali spiegano che i tempi di attraversamento dell’ultimo ponte si sono dilatati da pochi minuti a 3-4 ore. Un passante sostiene: l’obiettivo dei raid sono i musulmani, le moschee sono state distrutte, le linee telefoniche interrotte. Questo è il soft-power dei jihadisti ISIS: persuadere, convincere i musulmani del fatto che gli attacchi della coalizione siano rivolti contro di loro.

Prigioniero da 4 anni

Nell’ultimo filmato, Cantlie rivela i segni della prigionia: dimagrito, volto pallido ed emaciato e barba lunga. L’ultima apparizione del giornalista risaliva al 19 marzo 2016, dopodiché si erano perse le tracce. Collaboratore per testate quali "Sunday Times" e "Sunday Telegraph", il reporter era stato rapito in Siria nel 2012 insieme al collega americano John Foley, quest'ultimo poi brutalmente giustiziato dal boia Jihadi John. John Cantlie era comparso due anni dopo in tuta arancione in un video dal titolo “Lend Me Your Ears”.