Proseguono i soccorsi dopo il forte terremoto, associato a forti nevicate, che ha colpito nei giorni scorsi l'Abruzzo. Fra le molte iniziative di solidarietà che si stanno susseguendo nelle ultime ore vi sono alcuni gesti importanti sul piano pratico ma anche su quello simbolico, importanti a smontare tanta demagogia che qualcuno aveva montato proprio subito dopo il sisma, arrivando a creare una contrapposizione fra migranti e popolazioni terremotate.

Una delle storie più belle che arriva in tal senso è quella che riguarda dieci giovani migranti africani (provenienti dal Ghana, dal Mali, dalla Nigeria, dalla Guinea e dalla Costa d'Avorio) che hanno chiesto di poter andare come volontari nelle zone dell'Abruzzo colpite da Terremoto e dalle fitte nevicate degli ultimi giorni.

Dieci rifugiati in aiuto ai terremotati in Abruzzo

Si tratta di giovani al di sotto dei trenta anni, alcuni dei quali hanno già lo status di rifugiati e altri ancora sono richiedenti asilo, volontari della Croce Rossa Italiana di Settimo Torinese (TO), dove sono stati formati in modo da poter essere realmente preparati in evenienze di questo tipo. Nella cittadina torinese sorge infatti un grande centro della CRI nel quale sono attivi tre corsi di formazione per circa 800 migranti. I dieci ragazzi sono stati quindi inviati al campo base dei soccorritori di Penne, in provincia di Pescara. E due di loro saranno destinati al campo avanzato dei soccorritori con compiti di logistica per aiutare durante i soccorsi presso l'hotel Rigopiano, nel comune di Farindola.

Uno dei ragazzi, Barry Misbaou, 24 anni, nativo della Repubblica di Guinea ha detto: "Vogliamo dare una mano alle persone vittime del terremoto".

Ricordiamo che episodi del genere si erano già verificati in occasione del terremoto che aveva colpito Lazio, Marche e Umbria nello scorso mese di agosto, quando erano stati venti ragazzi nord-africani a recarsi sui luoghi della tragedia per aiutare nelle operazioni di soccorso, in particolare nella cittadina di Amandola.