A poco più di tre giorni dalla riapertura dell'ambasciata italiana di Tripoli, la nostra rappresentanza diplomatica in Libia entra di nuovo nel mirino del terrorismo. Dopo la chiusura avvenuta nel febbraio 2015 che mise momentaneamente fine alla presenza italiana nel Paese, un nuovo evento rischia di minare le condizioni per una permanenza in Libia. La notizia riportata dall'Ansa, racconta di due kamikaze diretti proprio verso l'ambasciata italiana. Un segnale che va colto, ovviamente tenendo conto di quanto accade in Libia e del delicato ruolo italiano nello scenario Nord Africano.

La guerra in Libia

È evidente che la situazione è tutt'altro che stabilizzata in un Paese che ormai da anni, dopo la sanguinosa deposizione dell'ex leader Gheddafi, vive e affronta un conflitto interno che fa i conti con tensioni territoriali di assoluta complessità. Da un lato infatti le endemiche divisioni tra gruppi che stentano a riconoscersi in un'unità statuale e di governo, dall'altra le più o meno recenti pressioni del terrorismo legato all'Isis. Scenario in cui l'Italia prova con fatica a ritagliarsi un ruolo all'interno di una fitta rete di fazioni che si fronteggiano per il controllo della Libia. Tensioni che fanno i conti con una diradata presenza diplomatica degli altri Paese e della delicata posizione italiana.

Su quest'ultima pesano diverse questioni.

Libia crocevia di passato e presente

In primo luogo l'eredità di un passato coloniale e della successiva burrascosa interruzione dei rapporti fra i due Paesi che da sempre tengono sul filo i precari equlibri diplomatici. Dall'altro gli importanti rapporti commerciali ed economici che nonostante tutto, da decenni ormai legano gli interessi Italiani e Libici.

Risorse energetiche ed infrastrutture I principali asset di una serie di solide relazioni capaci di resistere persino agli stravolgimenti politici di questi ultimi anni.

Libia porto di immigrazione

Infine non si può trascurare il ruolo che questo Paese, malgrado la sua volontà, riveste nel dramma dell'immigrazione. È dalle sue coste come noto che parte l'immigrazione africana diretta in Italia.

Dalle sue spiagge salpano quei barconi della speranza che quasi ogni giorno affrontano il Mediterraneo, con il miraggio di una nuova vita ma che, sempre più, rischiano di diventare le rotte per infiltrazioni terroristiche in Italia e in Europa. Aspetto quest'ultimo non secondario, nella gestione di quello che è ormai un endemico problema libico.