Hanno bussato alla porta dei ristoranti della città per garantire i diritti del consumatore, incentrando in particolare le attenzioni sulla filiera dei prodotti ittici. Dopo giorni di verifiche del Reparto Operativo della Guardia Costiera la sorpresa: 700 kg di prodotti in cattivo stato di conservazione, spesso congelato molteplici volte prima di arrivare nei fornelli. Il cibo sottoposto a sequestro penale è a disposizione dell’ Autorità Giudiziaria.

Menù di classe

Secondo ciò che emerge dalle indagini, controllando il menù di alcuni ristoranti del capoluogo sardo, veniva offerto al cliente anche del pesce prelibato, con la garanzia che fosse tutto fresco e spesso pescato di mare, non il solito pesce d’allevamento.

Il riscontro è un altro: tutto falso secondo gli ispettori che da giorni svolgevano un indagine atta a contrastare la pesca fuori dai limiti di legge. Sia perché il pesce in questione nella quasi totalità dei casi non era fresco e sia perché spesso veniva somministrato del pesce di diversa specie e qualità, perciò anche di diverso prezzo.

Non aprite quella cella

Brutta sorpresa per i frequentatori di certi ristoranti di Cagliari: i rapporti parlano di celle frigorifere piene di alimenti conservati senza etichetta, come proibito dalla legge, nel migliore dei casi. Si arriva poi, nella lista dei sequestri, ad alimenti conservati senza alcuna copertura, fuori dalle scatole, in barattoli senza tappi e a diretto contatto con il ghiaccio e con tutto ciò che veniva conservato con questi.

Tanti sono i casi di cibi che hanno subito una fase di scongelamento e ricongelamento, con gli annessi rischi per la salute, trovati dagli investigatori della Guardia Costiera: alcuni cibi erano completamente coperti di brina, un inconfondibile prova.

I prodotti principalmente “taroccati”

Tonno pinne gialle e salmone tra i più soggetti al gioco dei ristoratori in questione.

E poi il polpo e i gamberi, spesso spacciati per prodotti freschi, ricongelati all’esigenza. I prodotti si sono presentati spesso senza documento di tracciabilità: impossibile, quindi, conoscere la provenienza e gli standard rispettati prima della messa in vendita. Per i ristoratori delittuosi si è conclusa, oltre che con il sequestro penale, con l’accusa di frode nell’esercizio del commercio.

La palla adesso è in mano all’Autorità Giudiziaria, nell’attesa che vengano fatte le ulteriori necessarie verifiche. Per tale motivo le derrate alimentari sequestrate sono ora al vaglio dei controlli.