La delinquenza si è aggiornata, la dipendenza (da gioco) no. Una volta erano le bische clandestine per cui si veniva arrestati in flagrante. Ora è il software del videopoker ad essere manomesso. Tutto è smaterializzato con circa metà della popolazione connessa ad Internet. Non si arrestano più le persone che puntano clandestinamente intorno a un tavolo, ma si sequestrano schede informatiche e si confiscano beni mobili, immobili e informatici, appunto.

Da mesi la Procura di Torino sta pensando a come fermare l'autororiciclaggio di denaro sporco al videopoker: Attraverso l'uso di un nickname di fantasia, si gioca denaro sporco.

Lo si perde volontariamente, per ripulirlo nelle casse del videogame.

Il collezionista e lo Yedi

Il re del videopoker clandestino era il 70enne Gioacchino Campolo, con legami con la 'ndrangheta, a cui sono stati confiscati 40milioni di euro. Sedicente amante dell'arte, altro suo lucroso investimento, ha fatto scuola, ovviamente tra pregiudicati come lui che devono riciclare i proventi illeciti.

Non solo: a Torino era anche il beniamino di pensionati habituées di un bar di Barriera di Milano come il pupazzo Yedi era il focalizzatore dei giovani che sperperavano soldi alle videoslot taroccate. Poco più di un mese fa le Fiamme Gialle avevano portato a termine la più imponente operazione realizzata in Italia nel settore del contrasto al gioco illegale.

Non era mica il torneo al confine Usa e Messico

Proprio come le videoslot sequestrate da 144 reparti della Guardia di Finanza in tutta Italia con software manomesso per truccare le vincite, il videopoker di Barriera di Milano non era collegata ai Monopoli di Stato. anziani e giovani avevano il vizio del gioco, ora detto ludopatia, per cui è stata approvata una discussa legge.

Ma le videoslot a cui giocavano i giovani e il videopoker di Barriera di Milano erano totalmente abusivi.

Lo ha scoperto la Guardia di Finanza solo ieri. Le videoslot mangiasoldi, sequestrate anche a Bardonecchia, prima delle vacanze di Natale, frodavano i giocatori mettendoli nell'impossibilità di fare grosse vincita. Niente, però, confronto al videopoker nel retrobottega del bar torinese, dove il computer criminal aveva manomesso l'algoritmo della scheda madre.

I giocatori d'azzardo consegnavano al barista dietro al bancone ingenti somme e le perdevano tutte, a causa di questo computer crime. Più giocavano e più perdevano.

Non sapevano che il titolare non era nuovo alle truffe informatiche. Ora invece sì e sono soddisfatti che gli sia stata fatta una multa di circa 7mila euro e ora rischia fino a un anno di carcere per truffa a loro e all'Agenzia delle Entrate. L'anno scorso, visto anche il target più giovane, nei 420 locali perquisiti dalla Guardia di Finanza, i titolari inducevano al gioco d'azzardo con personaggi di Star Wars posti sulle videoslot.

Non erano tutti pregiudicati, ma inequivocabile rimane la duplice truffa e il furto di copyright alla Walt Disney, unica detentrice dei diritti della saga.

Il danno d'immagine alla factory di Topolino è aumentato dal fatto che sono state tirate più di 1.500 stampe pubblicitarie. Allora tutto il materiale non era prodotto in loco, ma in Emilia Romagna. L'operazione dei Finanzieri coordinati dalla Procura di Torino, era denominata 'Yoda', dal nome del maestro Jedy, il più potente Cavaliere della storia dell'Ordine. Carismatico e saggio ha introdotto nell'Ordine tutti i giovani iniziati protagonista dei film.