Ha confessato Abdulgadir Mashaporiv, il jihadista che nella notte di San Silvestro ha sparato sulla folla che festeggiava aspettando il nuovo anno nel night club Regine di Istanbul, uccidendo 39 persone e ferendone una sessantina. Ha agito per conto dell'Isis.

A rivelarlo è stato il prefetto di Istanbul, confermando che le sue impronte digitali corrispondono a quelle dell'attentatore. Nell'operazione che ha condotto al suo arresto, sono stati anche sequestrati 197 mila dollari, carte telefoniche, due pistole con i relativi caricatori, una pistola ad aria compressa, due piccoli droni.

Gli investigatori hanno rivelato che il terrorista è entrato illegalmente in Turchia dal confine orientale, si è addestrato in Afghanistan e parla 4 lingue. Sguardo perso e volto tumefatto, così è apparso nella foto diffusa da polizia il killer: evidentemente non è stato trattato con i guanti dagli agenti che lo hanno catturato.

Non si era mai mosso da Istanbul

L'utzbeko di 33 anni il cui nome di battaglia è Abu Mohammed Khurasani, dopo 17 giorni di fuga è stato catturato nella notte in un raid organizzato dalla polizia con le unità antiterrorismo e l'intelligence turca, in un appartamento che si trova nel distretto di Esenyurt che è proprio la zona europea della città sul Bosforo. Nell'appartemento riconosciuto dai poliziotti quale covo dell'Isis l'uomo era nascosto da tre giorni con altri 4 stranieri, ritenuti altri militanti jhadisti, anche loro arrestati: un uomo iracheno e tre donne provenienti da Somalia, Egitto e Senegal.

Con lui c'era anche il figlio di 4 anni che è stato poi affidato ai servizi sociali.

Dopo aver compiuto l'attentato, il killer si è andato a cambiare nelle cucine del night club, è fuggito mimetizzandosi tra le vittime scampate alla strage; ha viaggiato poi su sei taxi per far perdere le sue tracce. Passaporto utzbeko, in realtà non si è mai mosso da Istanbul, contando una rete solidale di connazionali fedeli all'Isis.

Una gigantesca caccia all'uomo durata 17 giorni

E' così giunto all'epilogo la gigantesca caccia all'uomo dopo che inizialmente le indagini erano parse fallimentari perché la polizia turca aveva preso false piste fino anche a diffondere immagini di persone rivelatesi poi estranee ai fatti.

L'indagine ha impegnato una squadra speciale di duemila uomini; sono 50 le persone arrestate e coinvolte a diverso titolo nell'inchiesta in blitz in 162 indirizzi; analizzate 7200 ore di registrazione delle telecamere.

Ora l'obiettivo è arrivare a scoperchiare altre cellule terroristiche. "Lo avevamo detto, in questo paese nessuno la farà franca, saranno tutti chiamati a rispondere secondo lo stato di diritto", ha dichiarato il presidente turco Erdogan congratulandosi con la polizia.