Secondo un dossier presentato alla Corte dei Conti dalla Guardia di Finanza, il fratello di Angelino Alfano, Alessandro, in 4 anni alle Poste non avrebbe firmato nessuno documento. L'indagine delle Fiamme gialle è concentrata sia sull'assunzione che sulla carriera bruciante di Alfano jr, fratello dell'attuale ministro degli Esteri ed ex ministro degli Interni. Sembra che Alessandro sia una persona molto valente, visto che il suo stipendio è passato da 160.000 euro a 200.000 euro nell'arco di qualche anno, precisamente dal 2014 al 2016.

La presunta 'spintarella' per l'assunzione in Postecom

La Corte dei Conti adesso vuole vederci chiaro. La bruciante carriera da dirigente alle Poste di Alessandro Alfano è frutto di meriti professionali o meriti di parentela? In quest'ultimo caso, si configurerebbe un danno erariale che Alfano jr dovrebbe pagare. Ci sarebbero intercettazioni importanti, che fanno sollevare molti dubbi sulla legittimità dell'assunzione e della carriera di Alessandro. Raffaele Pizza, un faccendiere finito in manette l'anno scorso, aveva rivelato a un collaboratore dell'attuale ministro degli Esteri, durante una conversazione telefonica, di aver favorito l'assunzione di Alfano jr in Postecom, azienda del Gruppo Poste Italiane.

Effettivamente, 4 anni fa, il fratello del leader di Ncd venne assunto ed iniziò ad intascare 160.000 euro l'anno, che diventarono 180.000 dopo il suo passaggio in Poste Tributi. E' un manager evidentemente solerte ed esperto Alessandro Alfano, visto che l'anno scorso è entrato in Poste Italiane ed ha ottenuto l'ennesimo incremento di stipendio: oggi guadagna 200.000 euro (lordi) l'anno.

Il caso Alfano jr venne trattato anche da Report

E' indubbiamente al centro di mille polemiche la carriera lampo in Poste di Alessandro Alfano. 36 deputati dem, 2 anni fa, avevano chiesto addirittura una Commissione d'inchiesta; poi tutto è scemato. Il caso è stato al centro anche di una puntata di Report, intitolata 'C'è Poste per te'.

Il manager aveva cercato di impedire la trasmissione del servizio di Giorgio Mottola poiché le sue dichiarazioni sarebbero state 'ottenute contro la mia volontà e da una persona che non si è qualificata come giornalista'.