La NASA ha rivelato quale potrebbe essere la soluzione perfetta per consentire agli astronauti di soggiornare a lungo sulla superficie di Marte. Si tratterebbe di una struttura gonfiabile ricoperta di ghiaccio in grado di trattenere la luce solare e che, a sua volta, sia capace di espellere le radiazioni cosmiche. Quindi le prossime spedizioni potrebbero durare a lungo? Sembrerebbe che l'Agenzia Spaziale americana abbia in serbo una qualche idea al riguardo. In effetti, i prossimi viaggi verso il Pianeta Rosso saranno molto meno spartani rispetto a quello dell'Apollo 11 di Amstrong, Collins e Aldrin sbarcata sulla Luna il 20 luglio 1969.

Il nuovo e ingegnoso progetto della “Casa di ghiaccio” è stato pensato e messo a punto nel centro di investigazioni scientifiche di Langley in Virginia con il proposito di offrire il maggior comfort possibile ai nuovi visitatori.

L'utilizzo dell'idrogeno

Le temperature a cui è soggetta Marte sono a dir poco proibitive, tra -170 e -11 gradi centigradi approssimativamente. Per questo motivo un gruppo di esperti disegnatori e accademici guidati dall'ingegnere Kevin Vipavetz suggeriscono un'ampia struttura gonfiabile a forma di igloo e schermata da un'intercapedine riempita di ghiaccio. Si pensa inoltre, di ricavare l'acqua congelata direttamente in loco e che il freddo estremo che regna in superficie possa mantenere salde le molecole d'idrogeno presenti nel liquido.

La casa di ghiaccio

Il pool di esperti della NASA ha voluto così chiamare quello che dovrebbe l'indispensabile Space X per i prossimi coloni di Marte. Si tratterebbe di una struttura leggera e facile di armare con l'aiuto di appositi robots nell'arco di un anno Per quanto riguarda l'interno del igloo gigante, i progettisti intendono iniettare dell'anidride carbonica.

Questo gas, grazie all'effetto serra che provoca, permetterebbe un rapido riscaldamento della casa di ghiaccio. Secondo Vipavetz è importante isolare la casa in modo adeguato, affinché i raggi cosmici non entrino in contatto con la pelle umana né tanto meno con le cellule. -”Una qualunque esposizione potrebbe essere causa di tumori”- assicura lo scienziato.