Sono ormai passati 1000 giorni e ancora non c'è nessuna traccia delle studentesse rapite dall'organizzazione terroristica Boko Haram nel 2014: le ragazze vennero rapite mentre erano nella loro scuola e da quel momento di loro si sono perse le tracce e nessuno sa quale sia stata la loro sorte.

Il rapimento di 276 ragazzine con una età compresa tra i 12 e i 17 anni è forse l'atto più efferato mai commesso da Boko Haram nei confronti della popolazione civile nigeriana e da allora, su iniziativa dei genitori delle ragazze, è nata la campagna internazionale Bring Back Our Girls che mira a non dimenticare le giovani rapite e a fare pressioni per riportarle presto a casa.

La denuncia delle donne nigeriane

Le donne nigeriane periodicamente si ritrovano per manifestare contro il governo di Abuja che non sta facendo abbastanza per portare a casa le ragazze e che lascia che le donne vivano in una condizione di totale subalternità nei confronti degli uomini, costrette a subire ogni genere di violenza e abuso.

Aisha Yesufu, leader del movimento Bring Back Our Girls e di varie associazioni femministe nigeriane, ha portato migliaia di donne a protestare davanti al palazzo presidenziale per chiedere l'immediata liberazione delle studentesse e ha accusato il governo di non avere la volontà di combattere seriamente il terrorismo. "La risposta fornita dall’amministrazione del Presidente nigeriano Muhammadu Buhari è degna del modo in cui è stata gestita la crisi: la mancanza di sicurezza, le condizioni degli sfollati interni, le condizioni delle forze armate, la corruzione e la mancanza di governance", ha detto la Yesufu.

Il gruppo Boko Haram

L'organizzazione terroristica Boko Haram, termine che significa l'educazione occidentale è peccato, da molti anni compie attentati, razzie e scorribande a cavallo tra Nigeria, Ciad e Niger e sono soprattutto le donne e le bambine i bersagli più in vista, considerate esseri inferiori senza diritti.

Da quando Boko Haram ha iniziato la sua attività criminale almeno 20000 persone hanno perso la vita in seguito a pestaggi ed esecuzioni sommarie e almeno 2,6 milioni di persone a partire dal 2009 sono state costrette ad abbandonare le loro case.

La religione islamica viene ridotta a violenza e prevaricazione e viene negato alle bambine il diritto di studiare e di costruirsi una vita autonoma.

Cosa si sa delle ragazze rapite

Fino ad ora non ci sono notizie certe sulla sorte delle ragazze rapite e di loro non ci sono più tracce; l'unica foto delle studentesse risale a qualche tempo dopo il rapimento e si vedono le ragazzine inginocchiate a pregare con in testa il tipico velo islamico.

Molto probabilmente la studentesse sono state costrette a convertirsi alla religione islamica e a matrimoni forzati con miliziani molto più grandi di loro che le hanno sottoposte ad ogni genere di violenza e abuso: continuare a cercarle in ogni modo per riportarle a casa dai loro cari è più che mai importante.