L'ultimo rapporto dell'ONU mette a nudo il sistema normativo e sanitario italiano che riguardano le precarie condizioni dei disabili. Il primo dei sistemi presenterebbe non solo enormi “pasticci normativi”, ma anche grandi “vuoti legislativi” tutt'oggi presenti in questa materia. A quanto pare non si riesce ad abbandonare l'approccio pietistico di puro assistenzialismo e di esclusione dalla società. Per quanto riguarda il Sistema Sanitario Nazionale, il dito è ben puntato sugli scarsi finanziamenti, su certi esperimenti non autorizzati che eseguono alcuni medici e le tante cure del dolore che il sistema sanitario non finanzia.

Il Comitato Onu sui diritti delle persone disabili ha più volte bacchettato il governo italiano, utilizzando, nel rapporto in esame, ben 39 volte l'espressione “Il Comitato è seriamente preoccupato”.

'Ad ogni preoccupazione corrisponde una raccomandazione'

Di regola, ogni qualvolta che l'Onu si esprime, l'Italia avrebbe dodici mesi di tempo per recepire i pareri del Comitato. Gli ultimi di questi riguardano inadempienze ormai molto vecchie e conosciute soprattutto dalle famiglie “caregiver”, e dei tanti disabili che vivono sotto la soglia di povertà. Ma non solo, il rapporto trova molto critico la mancanza di una definizione esplicita della condizione di disabilità. Nello specifico, le molteplici definizioni, assicura il Comitato, comportano un'ulteriore disparità in tutti i settori per l'accesso ai servizi e al sostegno.

Situazione che si aggrava ulteriormente quando si tratta di affrontare la disabilità infantile.

'L'Italia non è un paese a misura dei disabili'

L'Onu si dice preoccupato per la “Libertà di tortura e trattamenti crudeli, inumani e degradanti” nei confronti dei disabili. Secondo l'organizzazione intergovernativa i medici effettuano esperimenti arbitrari e senza alcun consenso.Il rapporto dedica interi capitoli per quanto riguarda l'inaccessibilità del disabile intellettivo al sistema giudiziario.

Al mancato riconoscimento del linguaggio dei segni e del Braille, nonché l'assenza di interpreti nelle scuole pubbliche. E infine vengono elencate le difficoltà che incontrano i disabili nelle adozioni, nei concorsi pubblici e anche nel diritto di voto. Insomma, sembra che l'Italia tutta abbia parecchi compiti arretrarti in materia.