In questi giorni il caso Ragusa ha subito una grande scossa (seguita da una ripresa delle ricerche del corpo) in seguito ad alcune rivelazioni fatte al giornalista Fabrizio Peronaci, che segue da vicino la vicenda. In queste ore, dalla sua pagina Facebook "Giornalismo investigativo" punta a trovare il proprietario di un misterioso ciondolo che potrebbe ricondurre a Roberta. A spingere le suggestioni verso questa ipotesi è il luogo del ritrovamento, poco distante da dove si sono perse le tracce della donna.

Alla ricerca del proprietario

Il ritrovamento del ciondolo che raffigura la Madonna e Gesù Bambino è avvenuto in un'area in cui la vegetazione è più rada, "in un luogo non distante dalla casa di via Dini, a Gello (...).

L'oggetto si trovava a terra, in una piccola radura, nei pressi di un esercizio commerciale" scrive Peronaci. La fonte resta assolutamente riservata, non si esclude che anche questo nuovo elemento possa essere oggetto di indagini più approfondite da parte degli inquirenti. Ogni azione investigativa è comunque volta anche alla scrematura delle innumerevoli segnalazioni da parte di mitomani che su questo caso di cronaca, al pari di molti altri, rischiano di distrarre il fuoco dell'attenzione e talvolta puntano ad un vero e proprio depistaggio. Vero è che le rivelazioni dei giorni scorsi in merito al luogo di occultamento del cadavere della Ragusa sono state ritenute degne di approfondimento. Già dai primissimi giorni di gennaio, infatti, sono in corso le ricerce del corpo proprio nell'area indicata alle autorità dalla fonte riservata.

Insieme alla foto del ciondolo ritrovato, sulla pagina "Giornalismo investigativo", Fabrizio Peronaci invita chiunque a farsi avanti, compresi i parenti di Roberta Ragusa, qualora qualcuno riconosca che la proprietaria della medaglietta è proprio la donna scomparsa.

Il luogo del ritrovamento di questo oggetto, poco distante da un piccolo negozio, è lo stesso che compare in un'intercettazione ambientale tra Antonio Logli e un suo collaboratore, quando l'uomo simulò l'avvistamento di Loris Gozi e, pur non conoscendone la testimonianza (in quanto non ancora resa pubblica), inserì nella "prova empirica" su quella notte elementi che secondo l'accusa non potrebbe conoscere se non in virtù della sua presenza sul posto.