Questa mattina i sindaci di una regione del nord Sardegna, il Meilogu, che ha il suo centro sinergico nel Comue di Thiesi (provincia di Sassari), hanno protestato con una clamorosa marcia lungo il tratto stradale che fa da raccordo tra il loro territorio e la principale arteria stradale dell'isola, la SS 131 Carlo Felice. Uno scempio di viabilità che si chiama SS 131 bis: un tratto stradale sul filo del rasoio, con deformazioni dell'asfalto talmente importanti da rendere troppo pericoloso il transito dei veicoli. Qui si è concentrata la protesta dei primi cittadini.

Una marcia per dire basta

La marcia di protesta dei sindaci del Meilogu è partita dal quadrivio di Cabu Abbas, per raggiungere Thiesi. Tante fasce tricolore hanno marciato lungo la carreggiata per dire basta a un decennale sordomutismo delle istituzioni. Troppe volte, lamentano i sindaci, si è chiesto l'intervento dell'Anas al fine di porre definitivamente rimedio a una situazione che mette in grave pericolo tutti i cittadini. Per anni nessuna risposta. "Non si può andare avanti così", hanno dichiarato i primi cittadini. La SS 131 bis inizia nel Comune di Torralba (in località Cabu Abbas). Si allunga in direzione nord-ovest per circa 37 km, per innestarsi nella SS 127 bis Settentrionale Sarda, vicino al lago Cuga.

Decenni di noncuranza

L'intera SS 131 Carlo Felice soffre di decenni di noncuranza, con buchi che sembrano voragini, asfalto che in alcuni tratti presenta deformazioni troppo pericolose e mai concretamente messa in sicurezza. Troppo tempo perso e tante croci a segnare il passare degli anni. I sindaci in protesta lamentano anche la grave carenza di segnaletica lungo la SS 131 bis.

Un problema che necessita un'immediata e fattiva risposta. La speranza degli amministratori locali è quella di ottenere un pronto intervento per evitare di esporre ulteriormente i cittadini al rischio di un percorso stradale fortemente accidentato. Nuovamente in trincea, i sindaci sono i primi a raccogliere le lamentele della comunità e si trovano spesso nella delicata posizione "cuscinetto" rispetto a politiche regionali che, sempre più spesso, si allontanano dalla realtà quotidiana.