E' stata letta poco fa la sentenza al termine del processo per la strage ferroviaria di Viareggio: le prime condanne emesse, entrambe di sette anni, sono state comminate all'ex ad delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, e all'ex ad di Rfi, Michele Mario Elia. Gli imputati erano 33, mentre le società a processo nove; i capi di accusa nell'ambito della strage che, la notte del 29 giugno 2009, causò 32 morti erano a vario titolo disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo, incendio colposo e lesioni colpose. In aula, al Polo fieristico, erano presenti i familiari e gli amici di tutte le vittime del disastro, accompagnati da rappresentanze dei macchinisti delle Ferrovie, dei No Tav e della Regione Toscana.

Prima, però, hanno sfilato in corteo per le strade viareggine.

I commenti

"Era doveroso per noi essere qui - ha dichiarato il consigliere regionale del Pd Stefano Baccelli - dopo tutto, la Regione e la Provincia di Lucca sono stati gli unici enti a costituirsi parte civile al processo, senza neppure accettare i risarcimenti proposti, anche all'epoca dei fatti, dal governo nazionale". Baccelli, che nel 2009 era presidente della Provincia di Lucca, ha poi voluto ricordare un episodio un po' increscioso accadutogli nel corso del processo: "Quando fui ascoltato dai giudici, uno dei legali di Moretti mi contestò in malo modo l'uso che avevo fatto della parola "strage". Mi riprese sostenendo che non si potesse parlare di un insieme di morti, ma è chiaro però che non fu un attentato ed infatti l'accusa per gli imputati è quella di omicidio colposo plurimo".

Invece, l'associazione "Un mondo che vorrei", che riunisce i familiari delle vittime, ha fatto sapere che fino a domani non rilascerà alcun commento ufficiale: "E' stata una lettura troppo veloce" è stata la loro unica dichiarazione, aggiungendo che parleranno con i giornalisti solo domani ad una conferenza stampa prevista per le 11. Per avere ulteriori aggiornamenti su questa notizia e altre di cronaca continuate a seguirci.