Tra pochissimi giorni il processo a carico di Giosuè Ruotolo, imputato del duplice omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone, potrebbe subire un'importante svolta. Nelle prossime 4 udienze in calendario, fissate tra il 13 e il 30 gennaio, si terranno le deposizioni dei testimoni che, secondo la Procura, inchioderebbero il giovane militare alle sue responsabilità.

Testimonianze decisive

Dopo la pausa delle festività, in Corte d'Assise a Udine si riprenderà a pieno ritmo con uno dei più osservati processi per omicidio degli ultimi dieci anni. Sul banco degli imputati, ritenuto unico colpevole dell'efferata esecuzione della coppia Teresa e Trifone, siederà l'enigmatico Giosuè Ruotolo.

Proprio lui, quel ragazzo che per molti è una sorta di "sfinge" impenetrabile, ha il destino legato alle dichiarazioni che i testimoni renderanno in aula. I primi ad essere sentiti dalla Corte, venerdì 13, saranno i due ingegneri dei Ros di Roma che si sono occupati delle indagini sui supporti informatici sequestrati a Ruotolo: Paolo Reale e Giuseppe Monfreda. Oltre a loro, i pm Vallerin e Campagnaro, titolari dell'inchiesta, sentiranno alcune persone che, secondo l'accusa, ricoprono un ruolo di primo piano nella conoscenza del rapporto tra Ragone e Ruotolo. Primi fra tutti, il 20 gennaio deporranno i due ex coinquilini dell'imputato, Sergio Romano e Daniele Renna, che hanno condiviso con Ragone e Ruotolo l'appartamento di via Colombo, a Pordenone, prima che la vittima andasse a vivere con Teresa Costanza in via Chioggia.

Romano e Renna sono ritenuti testimoni fondamentali nella definizione del perimetro di rapporti tra il giovane di Somma Vesuviana e Trifone Ragone. Le deposizioni cristallizzeranno dettagli rilevanti in merito a un legame conflittuale tra imputato e vittima e all'ipotesi del movente. Questo sarebbe da ricondurre alla paura di ricevere una denuncia da parte dei Ragone con le accuse di peculato militare (per aver usato i dispositivi informatici in dotazione alla caserma di Cordenons) e stalking (per le continue pressioni anonime a mezzo Facebook che l'imputato avrebbe rivolto alla coppia uccisa).

La Procura ritiene, infatti, verosimile che a scatenare la furia omicida sia stata una lite scaturita tra i due ragazzi relativamente al proposito di denuncia contro Ruotolo.

Tra i testimoni un'amica di Teresa e Maria Rosaria

Sul banco dei testimoni salirà anche un'amica di Teresa Costanza, chiamata a deporre dall'accusa in quanto avrebbe raccolto dalla vittima una particolare confidenza inerente le molestie anonime ricevute su Facebook.

Proprio su questa attività di stalking si sono concentrati gli sforzi degli inquirenti, nel tentativo di trovare qualche precedente sospetto che potesse legare Ruotolo al destino dei due giovani massacrati davanti alla palestra di Pordenone. Il 30 gennaio, come ultima teste dell'accusa, sarà sentita Maria Rosaria Patrone, la fidanzata di Giosuè Ruotolo ritenuta autrice di una "ininterrotta continuità nell'azione di favoreggiamento".