Riprende oggi il processo per il duplice delitto di Pordenone in Corte d'Assise a Udine, con un'udienza molto importante. Sul giallo della morte di Trifone Ragone e Teresa Costanza emergono, di volta in volta, scenari sempre nuovi e ricchi di particolari che potrebbero avere un grosso peso sulla già delicata posizione dell'unico imputato, il militare e commilitone di Trifone, Giosuè Ruotolo. Nell'udienza di oggi, faranno il loro ingresso in aula i due coinquilini dell'accusato, i primi a far crollare l'alibi del giovane e che, secondo uno dei legali di parte civile, Nicodemo Gentile, avrebbero nutrito persino una malcelata antipatia nei confronti della coppia uccisa.

Teresa "la principessa"

Quello che rivela l'avvocato Nicodemo Gentile rende ancora più complesso il quadro indiziario a carico dell'imputato di Somma Vesuviana. All'interno della dinamica relazionale tra Giosuè, Trifone e Teresa si inserirebbero a pieno titolo anche Sergio Romano e Daniele Renna, che con Ruotolo vivevano nell'appartamento di via Colombo, da cui Trifone era andato via per convivere con la fidanzata. In Corte d'Assise a Udine oggi si parlerà anche di un particolare scambio di sms tra i due coinquilini, chiamati come testi dell'accusa e della difesa. Come evidenzia l'avvocato Gentile, infatti, Teresa veniva definita in un modo ben preciso da Romano e Renna: "Anche i due coinquilini palesavano una chiara avversione nei confronti della coppia.

In alcuni messaggi addirittura definivano Teresa, in senso dispregiativo, 'Principessa', perchè ritenuta altezzosa". Gentile prosegue la sua dichiarazione sottolineando che questo atteggiamento di Romano e Renna avrebbe fomentato le fratture relazionali tra l'imputato e la coppia: "L'appartamento di via Colombo si era trasformato, dunque, in un vero proprio 'covo delle ostilità' nel quale, certamente, la condotta dei due coinquilini, seppur inconsapevolmente, ha contribuito a creare quell'ambiente malevolo che ha costituito il terreno fertile ove ha attecchito il proposito criminale del Ruotolo".