Salgono a quattro le vittime della tragedia che ha coinvolto l'Hotel Rigopiano a Farindola (Pescara) sul Gran Sasso. Tre le vittime estratte, una quarta per ora solo individuata e non ancora recuperata. Trenta sono i dispersi.

La struttura è stata letteralmente spazzata via da una slavina provocata dallo sciame sismico di ieri mattina. Alle 17,40 di ieri 18 gennaio un fronte immenso di neve e detriti - si parla di 300 metri - ha ridotto a un cumulo di macerie quello che era uno splendido resort, provocandone lo spostamento di 10 metri.

Le polemiche

Crescono le polemiche per un ritardo nei soccorsi di oltre due ore. I soccorritori infatti non hanno dato subito credito alla prima segnalazione del disastro avvenuta ad opera di Quintino Marcella, raggiunto al telefono da un suo dipendente, Giampiero Parete, uno dei superstiti della tragedia (l’altro è Fabio Salzetta). L'addetta del centro di coordinamento della Prefettura gli aveva infatti detto di aver chiamato due ore prima l'albergo e che era tutto a posto. “Ho impazzito il mondo…ho contattato tutti i numeri possibili: 118, 112, 115…", ha detto l'uomo. La macchina dei soccorsi si è avviata solo alle 20.

"Dopo mi hanno creduto. Mi hanno fatto le domande. Io sentivo il mio amico tramite messaggi…continuava a chiedere aiuto e a dire che gli altri sono tutti morti, ma io non so se è vero".

E continua dicendo che gli ospiti avevano tutti pagato e si preparavano a lasciare l’albergo. Per farlo erano in attesa dei mezzi spazzaneve che sarebbero dovuti arrivare alle 15, ma il loro arrivo era poi stato posticipato alle 19”. Un fatale evento che per ora è costato la vita a quattro persone. Il capo del soccorso alpino abruzzese, Antonio Crocetta, tra i primi ieri notte ad arrivare sul luogo del disastro, ha detto quello che nessuno di noi avrebbe voluto sentire: “Ci sono tanti morti”. La Procura di Pescara ha aperto un'indagine per omicidio colposo. Si stanno utilizzando anche le unità cinofile, ma per ora senza risultati. Non resta che aspettare ulteriori sviluppi.