Schiaffeggiare, provocare dolore, lasciare graffi, ecchimosi, lividi, contusioni purché non provochino traumi e non costringano a ricorrere a cure ospedaliere, si può. Accade in Russia dove lo consente una legge che depenalizza le violenze domestiche. Che non è un male, anzi è un proveddimento migliorativo, "una condizione per creare famiglie forti": non è una boutade provocatoria, ma il reale convincimento di Viaceslav Volodin, presidente della Duma, un ramo del Parlamento russo.

Oggi l'assemblea ha approvato in terza e ultima lettura, praticamente all'unanimità, 380 voti a favore e solo 3 contrari, un progetto di legge proposto dalla senatrice conservatrice Yelena Mizulina, per depenalizzare violenze domestiche e maltrattamenti in famiglia declassandoli da reati a illecito amministrativo.

Il che significa che qualora si venisse condannati per avere picchiato una moglie o i figli, o entrambi, ce la si potrebbe cavare con una sanzione economica di circa 500 dollari o garantendo ore di servizio per la comunità, ma non con la pena carceraria. A meno che non si abbiano precedenti specifici e non si sia già stati condannati per gli stessi motivi.

Violenza domestica, 'l'iter' di una legge e di una società, un pericoloso passo indietro

Perché il provvedimento diventi legge, ora è necessaria l'approvazione del consiglio delle Federazioni, ovvero il Senato, che pare già assodata, e la firma del presidente Vladimir Putin.

Il consenso nell'ambito della Duma è stato pressoché unanime; basti pensare che ben 380 deputati si sono espressi a favore della proposta di legge e solo 3 sono stati i contari.

E non avrà difficoltà a completare il suo iter fino a diventare legge in vigore.

Il disegno di legge recepisce una sentenza della Corte suprema che già aveva depenalizzato le percosse che non infliggono danni fisici, ma non aveva scalfito l'aspetto penale delle percosse contro i familiari e in questo aveva provocato la reazione dei conservatori quale la deputata proponente il disegno di legge,Yelena Mizulina secondo la quale il reato di maltrattamento in famiglia è "anti-familiare".

Il progetto di legge, infatti, a detta dei suoi ideatori e promotori mira a educare i figli e a costruire famiglie forti.

Il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, che ha scritto ai presidenti delle due Camere esternando la sua preocupazione per un provvedimento definito un allarmante passo indietro, è stato messo a tacere da Viaceslav Volodin, presidente della Duma, che ha respinto la sua iniziativa considerandola un'ingerenza inopportuna e ha sottolineato che il 60% dei russi è a favore di una linea più mordiba sui maltrattamenti in famiglia se non provocano 'seri danni'

L'iniziativa che suona come una legittimazione della violenza in famiglia, ha fatto insorgere attivisti, difensori dei diritti umani e associazioni quali la Human Rights Watch che ha inviato un appello al Parlamento russo perché respinga fermamente un disegno di legge ritenuto "pericoloso e incompatibile con gli obblighi della Russia sui diritti umani", mentre si sta mobilitando un fronte di dissenso per indire a Mosca una grande manifestazione di protesta.

Violenza domestica, le vittime sono sempre le donne

Le vittime delle violenze domestiche sono sempre le donne. Secondo la Bbc, in base alle poche stime disponibili in mancanza di dati ufficiali, sono circa 600 mila le donne russe che subiscono abusi fisici tra le pareti domestiche; 36 mila vengono percosse; ogni anno circa 12 mila donne perdono la vita. Il 70% delle donne vittime di maltrattamenti non chiede aiuto; né tantomeno lo chiederà con l'entratata in vigore della nuova legge: il familiare colpevole di violenza, infatti, potrà essere processato in sede penale e condannato solo nel caso in cui lavittima riuscirà a dimostrarne la colpevolezza.