Il sottosegretario agli Affari esteri Vincenzo Amendola ha partecipato, in terra africana, alla terza riunione del "Dialogo strategico bilaterale sulle questioni politiche e di sicurezza tra italia e algeria". Il precedente appuntamento era stato a Roma, a luglio dello scorso anno. Accompagnato da Pasquale Ferrara, ambasciatore d'Italia in Algeria, e alla presenza di una delegazione interministeriale, Amendola ha presieduto l’incontro insieme a Abdelkader Messahel, ministro degli Affari maghrebini, dell’Unione africana e della Lega araba. Diversi i punti all'ordine del giorno, e tutti di una certa rilevanza: le principali crisi regionali, Libia, Tunisia, Mali e dimensione saheliana, Sahara occidentale.

La minaccia del terrorismo

In primo piano anche un'attenta valutazione della minaccia del terrorismo, a livello internazionale. Approfondimenti su foreign fighter, finanziamento e collegamenti riguardanti la criminalità organizzata, il terrorismo e il cosiddetto radicalismo. Attenzioni puntate sulla situazione attuale in Libia e sul ruolo della Comunità internazionale per una tempestiva stabilizzazione del Paese. Sul dossier libico, Italia e Algeria sono sulla stessa lunghezza d'onda: pieno e concreto sostegno alla ownership libica, massimo rispetto dell'integrità territoriale e dell'unità del Paese, un efficace processo inclusivo, chiaramente nel contesto dell'azione delle Nazioni Unite. Italia e Algeria sono accomunate da un'altra convinzione: l'Accordo politico libico - nel quale si possono effettuare eventuali ricalibrature - resta fondamentale per la soluzione della crisi.

La crisi libica

Amendola non ha usato mezzi termini: "Non possiamo permettere che la Libia piombi nuovamente nel caos". La riapertura dell'Ambasciata italiana a Tripoli, avvenuta a gennaio, testimonia "fiducia nelle capacità del Paese di superare l'attuale crisi". L'ambasciatore è stato recentemente a Tobruk proprio per sottolineare il sostegno dell'Italia all'intera popolazione libica nel non facile "cammino" che porta alla "riconciliazione”.

Accolte positivamente le iniziative dei Paesi confinanti e delle organizzazioni regionali, l’Unione africana e la Lega araba. Amendola si è soffermato sugli sforzi di carattere internazionale, condotti con coesione e coerenza, con l'obiettivo di sostenere la "mediazione" delle Nazioni Unite, che hanno un ruolo importante "nella risoluzione della crisi libica".

Lotta a Daesh

Nei giorni scorsi il ministro Angelino Alfano ha incontrato il primo ministro iracheno Al Abadi. Un'occasione per discutere, dopo la liberazione di Mosul est, degli ultimi sviluppi in Iraq, dove l’Italia è impegnata in prima linea nella lotta a Daesh, con un notevole investimento di risorse e uomini. Alfano ha assicurato che “l'Italia sostiene la piena ownership irachena come parte di un processo politico inclusivo, che coinvolga tutte le componenti etniche, tra cui il Kurdistan iracheno”. Il titolare della Farnesina ha aggiunto: “Ci auguriamo che questo possa divenire un modello di cooperazione per l’Iraq del dopo Daesh”, evidenziando che il Governo italiano intende mantenere e rafforzare il proprio impegno in Iraq dove “l’Italia ha addestrato finora ben 11.000 unità militari - tra cui 7.200 Peshmerga - e la Task force dei Carabinieri ha formato più di 6.800 unità di Polizia locale e federale, che svolgono un lavoro eccellente nel presidio e nella stabilizzazione delle aree liberate”.

Principale partner commerciale

Nel programma della visita del sottosegretario Amendola anche un incontro con i principali esponenti del mondo dell’imprenditoria italiana in Algeria: sono circa duecento le imprese presenti in maniera stabile. Realtà che operano quotidianamente in settori di notevole qualità, soprattutto strategici, come quelli delle infrastrutture e dell'energia. L'interscambio è pari a circa nove miliardi di euro. Il dato reso noto dal sito web del ministero degli Esteri è del 2016. Oggi l'Italia è il principale partner commerciale dell'Algeria.