Avete mai provato a raccontare una barzelletta macabra o “politicamente scorretta” a qualcuno che non conoscete? Molto male. Se capita e questi ridono spontaneamente avete imparato un nuovo e veloce test di intelligenza. Inoltre scoprirete che siete di fronte a una persona brillante. È quanto emerge da un nuovo studio sull'intelligenza condotto da un gruppo di ricercatori della Medical University di Vienna. Secondo il quale il QI tenderebbe a svilupparsi oltremodo attraverso la comprensione e l'elogio dell'umorismo nero. E non solo, in genere ci si ritrova di fronte a persone poco aggressive, e molto lontane dal profilo sadico e introverso che ci si potrebbe attendere.

Uno studio singolare

Lo studio vorrebbe smentire una vecchia teoria “Freudiana”. La quale andava teorizzando che l'umorismo potesse essere una valvola di sfogo per gli impulsi aggressivi o sessuali repressi. E collegarlo invece, al Quoziente Intellettuale. A tale proposito ha chiesto a 80 uomini e 76 donne di raccontare in maniera dettagliata la propria personalità, compreso il senso dell'umore. In seguito sono stati sottoposti a vari test del QI, e alla interpretazione di 12 vignette macabre. La speranza della ricerca è quella di riscontrare un'alta percentuale di “risate”. Atteggiamento che avrebbe garantito ai soggetti la ricercata intelligenza sopra la media, una bassa aggressività e una buona predisposizione per l'umore in generale.

Risultati in linea con le aspettative

Un primo gruppo aveva moderatamente capito ed elogiato le barzellette. Inoltre, risultava avere un'intelligenza nella media, una bassa aggressività e un umore positivo. Il secondo gruppo possedeva un'intelligenza nella media, alti livelli di umore negativo e di aggressività. In effetti, aveva compreso le vignette, ma non riso abbastanza.

Infine sull'ultimo gruppo di persone si è riscontrato alte doti umoristiche, e anche i punteggi più alti nei test del QI e i più alti gradi di istruzione. Ma anche i più bassi livelli di aggressività e denotando un marcato cattivo umore.I ricercatori sono soddisfatti nel confermare lo stretto legame tra il senso dell'umore e l'intelligenza.